venerdì 12 dicembre 2008

IL TEST DEI COLORI

Il test dei colori è stato ideato nel 1949 dallo svizzero Max Luscher; i settori di utilizzazione sono svariati: clinica, selezione del personale, orientamento professionale, educazione. In medicina psicosomatica il test trova una collocazione di preminenza dal momento che permette di segnalare le zone di tensione sia fisiologica che psicologica, anche quando non abbiano ancora raggiunto l'espressione sintomatica permettendo al medico e allo psicologo di formulare una diagnosi più precisa.
Tale test essendo in grado di offrire indicazioni utili circa le condizioni fisiologiche del soggetto, la sua sorgente di tensione, i meccanismi di compensazione e le sue aspettative, si pone come uno strumento importante per tutti i professionisti che si ddedicano all'ipnosi, alla logoterapia ed al training autigeno.


Dott.ssa Alessandra Rosa

LE TRAPPOLE DELLA COMUNICAZIONE

Durante i colloqui spesso commettiamo molti errori senza rendercene conto.... ecco alcuni esempi:

1. Trappola della conrontazione della negazione
l'operatore insiste per il cambiamento e tenta di forzare le resistenze ed i dubbi del paziente;
2. Trappola del biasimo;
3. Trappola dell'etichettatura;
4. Trappola dell'orientamento alla soluzione;
5. Trappola della consolazione;
6. Trappola dell'interpretazione.


Gordon ha individuato i seguenti blocchi della comunicazione:


1. dare ordini;
2. fare minacce;
3. dare consigli, fornire soluzioni;
4. fare prediche paternali;
5. criticare, giudicare;
6. concordare;
7. ridicolizzare;
8. interpretare;
9. consolare;
10. indagare, porre domande insistenti;
11. distrarsi, cambiare argomento.


Dott.ssa Alessandra Rosa

lunedì 8 dicembre 2008

IL DIALOGO NELLA TERAPIA COGNITIVA

Dallo psicologo si va a parlare….
Questa affermazione è una banalizzazione del vero lavoro dello psicologo, il quale utilizza come via maestra del suo lavoro il colloquio il quale non è, però, un …parlare.
Una tecnica utilizzata nel colloquio psicologico è il dialogo socratico.
Il dialogo socratico si fonda sull’uso di domande pregnanti e frequenti riassunti. Gli scopi sono quelli di indagare il contenuto e il significato dell’esperienza del paziente e di modificarne comportamento e convinzioni.
Molti terapeuti si pongono la seguente domanda: “ quali sono le migliori domande da porre quando il paziente afferma….”
Non esiste una risposta conclusiva! Bisogna favorire il dialogo per far emergere informazioni rilevanti.
Un buon terapeuta non può fare a meno dei seguenti presupposti:
1. il terapeuta deve essere in grado di formulare domande a cui il paziente sia in grado di rispondere;
2. la scelta delle domande deve far emergere i pensieri negativi, indagare il loro significato..;
3. le domande devono essere aperte per permettere al paziente di spaziare sull’argomento scelto;
4. il paziente non deve essere sottoposto ad un interrogatorio;
5. il terapeuta deve cercare di comprendere le esperienze ed i vissuti del paziente.
Il “parlare”dallo psicologo non è un semplice dialogo ma un momento di incontro e riflessione.
Dott. Alessandra Rosa

IL MESTIERE DEL GENITORE

Una giovane coppia decide di avere un figlio...quanti dubbi, speranze e aspettative affollano la mente dei futuri genitori...!
Come ci si comporta, come si affrontano le difficoltà e come si può aprire un canale di dialogo?
Nella nostra cultura, purtroppo, porsi queste normali domande implica automaticamente considerarsi cattivi genitori.
Molti hanno paura di chiedere un aiuto nella gestione dei figli ai parenti, hanno timore di chiedere consigli, non vogliono dare l'impressione di essere incapaci.
Nella nostra tradizione chiedere sostegno sottintende automaticamente sentirsi dei falliti, degli incapaci.
Tale vissuto si amplifica ulteriormente se il tema delle preoccupazioni è la gestione dei figli se la persona a cui si chiede aiuto è uno psicologo.
L'ansia dei neo-genitori è un'apprensione sana e normale, che colpisce sempre, nonostante molti abbiano difficoltà ad ammetterlo.
La paura e la vergogna di chiedere aiuto ad un psicologo impedisce ai familiari di accedere ad una serie di tecniche, momenti di in-formazione e sostegno molto utilli per apprendere a gestire al meglio le proprie emozioni e il dialogo con i figli.
L'approccio cognitivo-comportamentale ha ideato parent training molto utili e con un'efficacia scientificamente dimostrata dalle ricerche...l'unico problema? Riuscire a superare le proprie resistenze...

Dott. Angelo Collevecchio

lunedì 1 dicembre 2008

Ben-Essere

LATO MENTALE
La salute della mente, la sua giovinezza è data dalle stimolazioni che le diamo attraverso la lettura, il cinema, il teatro e lo studio. Uno degli impulsi innati nell’uomo è quello della ricerca delle novità: che conduce una vita monotona è candidato alla nevrosi, all’invecchiamento precoce. La mente deve sempre rimanere flessibile e aperta, non rinchiusa in pregiudizi e schemi mentali rigidi.
L’elasticità mentale permette di dare più interpretazioni agli eventi negativi della vita, imparando anche a cogliere le sfumature positive delle cose.

LATO SPIRITUALE
Chi ha cercato, nella propria esistenza, solamente bellezza, ricchezza e successo come affronterà la vecchiaia? Come reagirà alla perdita di un lavoro o di una persona cara?malissimo. il distacco fa parte della vita.
I valori spirituali vanno al di là del credo religioso e comprendono: l’apertura verso gli altri, l’amicizia, la collaborazione, il volontariato, la parola gentile, il sorriso…cose di cui tutti abbiamo bisogno. Molto spesso capita che una persona si sposa il proprio lavoro trascurando le amicizie, i propri hobbies. Nella nostra società si sono andati perduti: il dialogo, l’ascolto, la solidarietà. Poi accade un lutto, una perdita e ci si ritrova soli, ci si sente soli. Tra gli scopi del programma “Ben-essere” vi è proprio quello di aiutare i partecipanti ad accrescere la consapevolezza di se stessi, dei propri bisogni e desideri.

Dott. Angelo Collevecchio

sabato 22 novembre 2008

Ben-Essere

LATO FISICO
Questo aspetto comprende la cura del corpo ma anche della nostra salute. Ci sono persone ossessionate dalla cura e dalla perfezione del proprio fisico mentre altre che si fanno del male mangiando troppo, fumando, bevendo in maniera eccessiva. Il nostro programma si prefigge l’obiettivo di aiutare gli individui a gestire in maniera più consenziente le preoccupazioni e le problematiche legate al proprio fisico.

LATO EMOTIVO
L’autocontrollo è una buona qualità in alcune situazioni ma l’eccessiva razionalità a scapito delle emozioni ci limita nel godere appieno di alcune situazioni. Il modello di vita basato sulla repressione delle emozioni in passato era prerogativa dell’uomo, oggigiorno tale comportamento si sta estendendo anche a donne e bambini provocando stress, malattie psicosomatiche, disagio psicologico.
Le emozioni sono una modalità importante per entrare in sintonia con gli altri, per conoscersi veramente. Per gestire in maniera adeguata un’emozione bisogna innanzitutto riconoscerla, accettarla ed esprimerla in maniera adeguata. imparando a parlare delle proprie emozioni i rapporti diventano più untimi, profondi e autentici.
Non dobbiamo sentirci in colpa per le emozioni che proviamo, esse non sonno né positive né negative, il nostro modo di esprimerle può essere adeguato o no.

Dott. Angelo Collevecchio

lunedì 20 ottobre 2008

BEN-ESSERE

Nella nostra società, sempre così frenetica, tutto si svolge troppo in fretta. Per mantenersi al passo con i tempi e con i modelli proposti dai media (efficienza, magrezza, giovinezza) molte persone sono costrette a ritmi di vita e regole disumane che costringe a vivere una vita sempre di fretta, sempre con un miraggio da raggiungere…dopo un miraggio…un altro ancora.
Questo desiderio di raggiungere degli obiettivi impalpabili è la causa principale di stress, ansia e depressione che oltre ad essere dannoso psicologicamente lo è anche fisicamente.
Le fluttuazioni in natura sono normali: un giorno piove, un giorno c’è il sole, un giorno è nuvoloso.
Nella vita frenetica delle persone, invece, le oscillazioni creano stress, ansia e frustrazione e tutto un corollario di pensieri negativi che sono dovuti ai modelli sociali basati sul perfezionismo e l’efficienza.
La perfezione non è di questa terra e la cosa più importante è riuscire a cogliere gli aspetti positivi anche nei momenti critici della vita.
I pilastri fondamentali della vita di ogni persona sono 4 : lato emotivo, fisico, mentale e spirituale.

Dott. Angelo Collevecchio

sabato 4 ottobre 2008

DISTURBO DA DISMORFISMO CORPOREO

La caratteristica essenziale è la preoccupazione per un difetto nell'aspetto fisico; il difetto può essere immaginario, oppure se è presente una piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto è eccessiva. La preoccupazione deve causare disagio significativo nel funzionamento sociale, lavorativo, affettivo. Le preoccupazioni riguardano difetti lievi o immaginari della faccia o della testa, come capelli più o meno folti, rughe, pallore o rossore , sudorazione, eccessiva peluria. Ogni parte del corpo può divenire oggetto di preoccupazione( es. genitali, mammelle, gambe..), altre preoccupazioni riguardano la forma di parti del corpo.
I soggetti evitano molte situazioni di contatto sociale e lavorative; utilizzano lenti di ingrandimento e luci speciali per evidenziare i loro difetti,passano molte ore davanti allo specchio. Comportamenti e rituali di controllo, eccessiva pulizia; alcuni soggetti possono evitare di guardarsi, ed evitano molte situazioni. Confronti frequenti della parte del corpo ritenuta brutta con quella di altre persone, si cerca di camuffare il difetto per paura che gli altri lo notino e ne ridano.
E' frequentemente associato a disturbo depressivo maggiore, disturbo delirante, fobia sociale e DOC. E' frequente sia negli uomini che nelle donne; insorge in adolescenza, ma può essere diagnosticato tardivamente. Ha un decorso continuativo, la parte del corpo al centro della preoccupazione può rimanere la stessa o cambiare.

TERAPIA

- chirurgia estetica?
- psicoterapia cognitivo-comportamentale
- psicoterapia psicodinamica



DOTT.SSA Alessandra Rosa

sabato 27 settembre 2008

IL PESO DEL PESO

Quante volte ci è capitato di passeggiare per strada, passare davanti ad una pasticceria, entrare e, all’improvviso, ci ritroviamo con un buon pasticcino con la crema?
Quante volte ci siamo ritrovati sulla bilancia e abbiamo notato che siamo ingrassati un altro po’ oppure che non stiamo perdendo peso come desideriamo?
Molte persone ogni giorno combattono la dura battaglia contro la bilancia, le calorie…
Sembra una guerra persa in partenza, invece noi abbiamo un’arma molto potente: la nostra mente e la consapevolezza dei nostri pensieri!
Nel momento in cui mangiucchiamo qualcosa, anche la più piccola, noi prima di “fare” “pensiamo”. Il mangiare È UN ATTO VOLONTARIO, PENSATO.
Grazie a questa grande capacità dell’essere umano possiamo scegliere se fare o no una cosa. Un piccolo esercizio per accresce la consapevolezza di ciò che mangiamo e con quale disinvoltura lo facciamo è annotare per un paio di giorni tutto ciò che stuzzichiamo. Avremo sicuramente delle sorprese, molto spesso non ci rendiamo neppure conto di quante cose mettiamo in bocca.
Sovente sottovalutiamo l’importanza e la potenziale forza della consapevolezza. Nel momento in cui abbiamo il desiderio di spizzicare, possiamo, sicuramente con una buona forza di volontà, non accettare questi pensieri che sabotano la nostra dieta.
Quanto detto sopra sembra una riflessione scontata e superficiale ma solo attraverso una piena consapevolezza dei nostri pensieri possiamo cominciare a modificarli.dieta

Dott. Angelo Collevecchio

mercoledì 17 settembre 2008

CHE ANSIA L'ESAME DI DOMANI!!!!

Se quando dovete affrontare un esame vi scoppia dentro una specie di terremoto, il cuore vi batte forte, e la faccia vi diventa paonazza e la vostra mente vaga priva di direzione…ebbene! Soffrite di ansia da esame.
Questo tipo di disagio colpisce ragazzi e giovani alle prese con gli esami, ma anche adulti alle prese con impegni importanti.
Ora, la domanda fondamentale è:
“La paura dell’esame è inevitabile?”
La risposta è: “È evitabile! Essa non è assolutamente necessaria”.
Altra domanda che può sorgere è:
“È utile al fine della prova?”
“No, assolutamente! Produce svantaggi e sofferenze inutili”
esame
È normale essere tesi ed emozionati quando ci troviamo in una situazione di stress, la prima cosa da comprendere è che le prove fanno parte della vita…quante prove abbiamo superato prima di questa? Un buon modo per prenderne pienamente coscienza è scrivere i momenti critici in cui abbiamo avuto successo.
Fortunatamente, a fronte dei numerosi ragazzi che vivono questo tipo di sofferenza si sono strutturati veri e propri training con esercizi e test di valutazione, che hanno il fine di far diminuire le note d’ansia.

Dott. Angelo Collevecchio

lunedì 15 settembre 2008

IL GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO ( GAP)

Persistente e ricorrente comportamento di gioco d'azzardo maladattivo, come indicato da cinque o più dei seguenti :

1) è eccessivamente assorbito dal gioco d'azzardo( es. è eccessivamente assorbito nel rivivere esperienze passate di gioco d'azzardo, nel programmare la successiva avventura, o nel pensare ai modi di procurarsi denaro con cui giocare).
2) ha bisogno di giocare d'azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere l'eccitazione desiderata.
3) ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre o interrompere il gioco d'azzardo.
4) è irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d'azzardo.
5) gioca d'azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico.
6)dopo aver perso al gioco,spesso torna un altro giorno per giocare ancora.
7) mente ai membri della famiglia, al terapeuta o ad altri per occultare l'entità del proprio coinvolgimento nel gioco d'azzardo.
8) ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d'azzardo.
9) ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d'azzardo.
10) fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d'azzardo.

DOTT.SSA Alessandra Rosa

venerdì 12 settembre 2008

CONSULENZE DI COPPIA

coppia
La coppia rappresenta sicuramente l’esperienza più significativa di ogni individuo, nasce da un rapporto magico in cui si fondono gioco e fantasia. Nella ricerca continua della stabilità le persone coinvolte nella relazione devono sempre arrivare a compromessi, definizioni e ridefinizioni delle regole che possono essere esplicite o implicite. È importante sottolineare che ogni partner porta all’interno della coppia le proprie aspettative, norme e convinzioni. L’incontro dei due modi di pensare può essere costruttivo o distruttivo. Le consulenze di coppia sono utilissimi incontri per confrontare i propri modi di interagire e comunicare. Favorire il processo di consapevolezza dei pensieri disfunzionali sulla relazione che portano al conflitto è l’obiettivo principale delle consulenze.

Dott. Angelo Collevecchio

PAVOR NOCTURNUS( disturbo da terrore nel sonno)

1. Particolarmente comune nei bambini.
2. improvviso risveglio associato ad ansia.
3. movimento.
4. pianto.
5. il soggetto non ricorda l'evento.
6. si manifesta durante il sonno non-REM profondo.
7. spesso si manifesta nella prima o nella seconda ora di sonno.
8. raramente è necessario un trattamento durante l'infanzia.
9. svegliare il bambino prima di un episodio di pavor nocturnus che si ripete in modo regolare per diversi giorni, può servire ad eliminare gli episodi per lunghi periodi di tempo.


Dott.ssa Alessandra Rosa

LA NARCOLESSIA

E' un disturbo primario del sonno caratterizzata da:

- eccessiva sonnolenza diurna;
- cataplessia ( brevi episodi di paralisi muscolare);
- paralisi del sonno;
- allucinazioni ipnagogiche.

La narcolessia è un'anomalia dei meccanismi inibitori del sonno REM; si distingue dal senso di affaticamento per gli attacchi di sonno di breve durata- meno di 15 minuti-; tali attacchi possono essere precipitati da un'attività monotona o sedentaria.
narcolessia

DOTT.SSA Alessandra Rosa

sabato 6 settembre 2008

SICUREZZA STRADALE

Diversi sono i fattori che influenzano negativamente il livello di vigilanza alla guida:

- stili di vita e comportamenti a rischio;
- assunzioni di farmaci e alcool;
- disturbi del sonno;

Possibili contromisure:

- intervento educazionale;
- idoneità alla guida;
- adeguato rilevamento dati;
- adeguata valutazione della sonnolenza patologica.

Le generazioni di guidatori più giovani sono interessate al problema dell'assunzione di droghe ed ai suoi effetti sulla guida. Vi è una frequenza di poliassunzioni di alcool+ stupefacenti o di due più stupefacenti e nel 19% dei casi di alcool+ due o più stupefacenti.
L'assunzione di CANNABIS provoca:

- modificazione dei riflessi;
- modificazioni del tono dell'umore e della capacità di concentrazione;
- modificazione della capacità di autocontrollo;
- modificazione della capacità di messa a fuoco e arrossamento degli occhi;
- aumento della frequenza cardiaca.

Gli OPPIACEI provocano:

- sonnolenza;
- abulia;
- rallentamento ideomotorio;
- modificazioni dell'umore.

La COCAINA provoca:

- irrequietezza;
- loquacità;
- eccitamento;
- idee deliranti;
-una falsa sensazione di accrescimento delle forze e delle capacità mentali;
- crisi epilettiche.

Le AMFETAMINE provocano:

- affaticamento;
- stress illusoriamente mascherata dalla sostanza assunta;
- riducono la percezione del rischio.

sic.stradale

DOTT.SSA Alessandra Rosa

IL MOBBING

mobbing2
E'una forma di violenza psicologica che si verifica ripetutamente per almeno sei mesi; è una delle fonti di stress più rilevanti nella società contemporanea. Cosa provoca il mobbing?

- stress;
- disturbi del sonno:
- disturbi sessuali;
- disturbi alimentari;
- ansia;
- depressione;
- difficoltà di concentrazione;
- umiliazione;
-pensieri suicidari;
-peggior rendimento sul lavoro;
- assenze dal lavoro per malattia.

Come fare per gestire il problema?

- training assertivo con un professionista;
- sostegno dei colleghi;
- ricorrere alla legge.

DOTT.SSA Alessandra Rosa

SALUTE MENTALE

Stato mentale caratterizzato da benessere psicologico e da accettazione di sè. Dal punto di vista clinico la salute mentale corrisponde all'assenza di malattie psichiche. L'assenza di malattia non coincide necessariamente con uno stato di benessere. Quest'ultimo viene inteso come qualcosa in più, ovvero un processo di sviluppo personale.
Secondo stime tra loro concordi, una percentuale di popolazione compresa tra il 10 e il 15% presenta problemi di salute mentale abbastanza gravi da richiedere trattamento. Questo non implica però che tutti lo ricerchino: spesso le persone non si affidano ai professionisti della salute mentale ma, credono di poter risolvere i problemi da sè.
Le moderne conoscenze sulla salute mentale e sulla malattia derivano da numerose scienze che hanno permesso di chiarire le basi biologiche, psicologiche e sociali del comportamento umano e dei suoi disturbi. Per quanto riguarda la prevenzione per lo studio della salute mentale, sono fondamentali altre aree della ricerca psicologica, relative alla percezione, all'elaborazione delle informazioni, al pensiero, al linguagio, alle emozioni, alla personalità ed al comportamento sociale.
sal.mentale

Dott.ssa Alessandra Rosa

sabato 30 agosto 2008

BALBUZIE

Patologia del linguaggio, caratterizzata da esitazione involontaria e da rapide ripetizioni di elementi del discorso. Sembra essere più comune fra i maschi, i gemelli e i mancini. La causa della balbuzia non è ancora molto chiara: alcuni studiosi la attribuiscono a fattori psicologici, mentre altri ritengono che sia di natura organica.
Ad ogni modo la balbuzia comporta un problema di ordine psicologico, in quanto il balbuziente prima di parlare prova ansia.
Sono utili gli esercizi di logopedia, sebbene le ricadute siano frequenti e gli esercizi vanno continuati anche dopo la scomparsa del disturbo, ed anche sedute di psicoterapia.Recentemente sono stati introdotti alcuni apparecchi elettronici, che aiutano il soggetto a sviluppare un ritmo omogeneo del linguaggio, o strumenti che impediscono al balbuziente di sentire la propria voce.

DOTT.SSA Alessandra Rosa

ARTETERAPIA

Si intende un insieme di trattamenti a scopo di prevenzione e riabilitazione, attuati attraverso le arti visive, la danza e il movimento corporeo , la musica. Lo scopo è quello di facilitare,attraverso l'attività artistica, l'espressione di conflittualità, ansie, disagi.
L'uso della pittura,della modellazione con la creta, del collage ha trovato ambiti di applicazioni negli istituti psichiatrici,negli istituti di riabilitazione, nelle prigioni, per i soggetti portatori di handicap. I soggetti ai quali si indirizza il trattamento sono adulti , bambini, anziani, adolescenti; le sedute possono essere sia individuali che di gruppo.
La spontaneità e la creatività favorite dall'arteterapia non devono essere confuse con la semplice espressione disordinata di sentimenti ed emozioni. E' importante un'adeguata formazione degli arteterapeuti e dell'impiego dell'arteterapia, soprattutto nel caso di pazienti gravi, all' interno di ampi programmi di trattamento.
Recentemente alcuni psicoterapeuti utilizzano l'arte come mezzo efficace per entrare in contatto con dinamiche inconsce che non possono essere espresse attraverso la comunicazione verbale.


DOTT.SSA Alessandra Rosa
artiterapie2

venerdì 29 agosto 2008

LA GRAFOLOGIA

grafologia2Disciplina che si occupa dello studio e dell'analisi della grafia, per valutare la personalità di un individuo; in ambito legale viene utilizzata per determinare l'autenticità di una firma o di un manoscritto.
L'applicazione della grafologia allo studio della personalità prende avvio dall'osservazione che la scrittura delle persone si modifica rispetto a quella appresa a scuola. La modalità con cui si dispongono le parole sul foglio, l'inclinazione a destra o a sinistra delle lettere, gli spazi tra le righe, sono alcuni degli elementi che caratterizzazo una grafia.
La scrittura è caratterizzata da elementi misurabili, come l'inclinazione e le dimensioni, e da elementi descrittivi, quali la forma delle lettere. Un problema della grafologia è trovare un denominatore comune per questi due tipi di elementi che consenta una valutazione oggettiva e la comparazione tra i dati.Un altro problema riguarda la validità delle interpretazioni grafologiche.


DOTT.SSA Alessandra Rosa

LA MEDICINA PSICOSOMATICA

Delimitazione di psicosomaticaE' una branca della medicina e della psichiatria che studia i rapporti tra le patologie dell'organismo e i disturbi della psiche, e le malattie ad essi correlati.
Tra gli oggetti di studio della medicina psicosomatica vi sono gli effetti dello stress sullo sviluppo di malattie come l'ipertensione e l'ulcera.
Le malattie psicosomatiche rappresentano vere e proprie patologie le cui cause, hanno una componente psicogena. Tra le principali ricordiamo: ipertensione, ulcera gastrica, varie forme di eczema, asma, colite,insufficienza coronarica. Inizialmente il trattamento è finalizzato a limitare le manifestazioni più gravi della malattia. Se i farmaci non risultano efficaci, la terapia si avvale dell'aiuto di uno psicologo o di uno psichiatra per esaminare la sfera emotiva e psichica del paziente.


Dott.ssa Alessandra Rosa

IPOCONDRIA

Forma di nevrosi per cui il paziente manifesta un'esagerata preoccupazione per il proprio stato di salute accompagnata dalla convinzione di essere gravemente malato. Il soggetto può rivolgere la propria peoccupazione ossessiva su un organo in particolare, e la sua convinzione non viene modificata neanche da analisi mediche che ne dimostrano l'inconsistenza. Spesso l'ipocondriaco è soggetto ad ansia e a forme depressive. La causa del disturbo sembra risiedere in un conflitto psicologico verificatosi nel soggetto molto tempo prima dell'insorgenza della nevrosi.Con la psicoterapia si aiuterà il soggetto a risalire alla situazione che ha determinato il conflitto ed alla sua rielaborazione.


DOTT.SSA Alessandra Rosa

LA DISLESSIA

dislessiaE' una patologia che determina difficoltà nel linguaggio e nella capacità di leggere e scrivere. Si manifesta nei primi anni di scuola, nei quali diventano evidenti difficoltà di apprendimento, correlate alle problematiche del leggere e dello scrivere in modo fluente: il bambino dislessico è in grado di leggere, ma non riesce a farlo in modo continuo; ad esempio inverte lettere e numeri, presenta difficoltà ad esprimere a parole ciò che intende dire. Possono manifestarsi disturbi psicologici, come scarsa autostima, che si possono considerare una conseguenza e non una causa della dislessia. La precoce identificazione della patologia è importante ai fini del trattamento: la diagnosi deve essere effettuata da un logopedista, da uno psicologo e da un neuropsichiatra infantile.
La dislessia non può essere curata in modo definitivo; tuttavia i pazienti possono avvalersi dei trattamenti di logopedia.Quanto più la dislessia viene identificata precocemente,tanto maggiori sono le possibilità di miglioramento.


DOTT.SSA Alessandra Rosa

PANICO

Il disturbo da panico è una forma di ansia connotata da episodi acuti, tensione emotiva e terrore incontrollabile che ostacola una adeguata organizzazione del pensiero. Il panico è una Paura con la P maiuscola, è irruenta, di breve durata caratterizzata da sintomi psico-fisiologici che molto spesso possono essere confusi con l’infarto. Non è raro assistere a persone che , affette dal mal di Pan, si rivolgano al Pronto Soccorso credendo di essere colpite da un infarto, alle quali però viene prescritta l’assunzione di un ansiolitico. La crisi di panico dura circa 15 minuti che però vengono connotati da un’angoscia tale da far perdere la cognizione del tempo. I sintomi possono essere i più vari ma in particolare si riscontrano: palpitazioni,sudorazione, tremori, sensazione di asfissia, nausea, fastidio al petto, paura di impazzire o perdere il controllo, paura di morire.

Dott. Collevecchio Angelo

sabato 23 agosto 2008

OMICIDI SERIALI IN ITALIA

Attraverso l'analisi dei serial killer italiani e l'esame della bibliografia mondiale esistente in materia di omicidio e omicidio seriale, si ritiene che i moventi degli omicidi seriali possono essere raggruppati in questo modo:

- omicidi per futili motivi/ divertimento;
- omicidi motivati da sentimenti ostili;
- omicidi situazionali;
- omicidi per guadagno economico;
- omicidi per pulizia morale;
- omicidi per il controllo del potere;
- omicidi per motivazioni psicopatologiche;
- omicidi a sfondo sessuale.


DOTT.SSA Alessandra Rosa

I SERIAL KILLER

Chi sono i serial killer? Per quale moitvo la nostra immaginazione è colpita da queste figure?
La risposta più semplice è che ci fanno paura: ma non è l'unico motivo. Il serial killer è la personificazione di quanto c'è di irrazionale e di ferino, in noi e nella nostra vita apparentemente logica e organizzata. I serial killer hanno dato ai nostri incubi il volto umano e concreto di uomini e donne, spesso simili a noi.
Il termine serial killer è stato coniato da Lunde( 1976), per indicare chi uccide in serie, ossia uccide più persone( almeno tre) in eventi distinti, in luoghi separati e con un periodo di intervallo emotivo fra un omicidio e l'altro( giorni, mesi, anni); in ciascun evento, il soggetto può uccidere più di una vittima. Egli può colpire a caso o scegliere accuratamente le sue vittime.Spesso ama sfidare le forze dell'ordine.

MASS MURDER

Si parla di omicidio i massa, quando un individuo uccide, o tenta di uccidere molte persone( almeno quattro) in un medesimo luogo, in uno stesso evento.

SPREE KILLER( ASSASSINO COMPULSIVO)

Agisce nell'arco di alcune ore o qualche giorno, effettuando dei raids, in genere a bordo di autovetture e uccidendo a scopo di rapina o semplice divertimento sadico, un numero limitato di persone. Il soggetto non conosce le sue vittime. Gli spree killers possono agire in coppia,rinforzando le reciproche aspettative di successo in azioni criminali, realizzate con la violenza.


DOTT.SSA Alessandra Rosa

LA PSICOTERAPIA

psicoterapia
Molto spesso le persone che si rivolgono allo Psicoterapeuta non sanno con precisione quale percorso stanno intraprendendo.
La Psicoterapia è un processo interpersonale , consapevole, il cui fine è modificare i disturbi del comportamento e i momenti di sofferenza tramite mezzi prettamente psicologici, nella maggior parte dei casi, verbali. Il fine è deciso di comune accordo con il cliente, è può riguardare la riduzione dei sintomi o la modificazione della personalità tramite mezzi che differiscono da un orientamento teorico all’altro. La psicoterapia è un percorso di crescita personale nel quale il cliente acquisisce maggiore consapevolezze dei propri meccanismi mentali e dei modi per modificarla. I tempi del Percorso sono molto variabili, vi sono Terapie brevi della durata di circa 6 mesi e altri che arrivano a svariati anni. Non è da sottovalutare anche il costo emotivo della psicoterapia, in quanto “prima di ricostruire bisogna abbattere i vecchi muri”.

Dott.Angelo Collevecchio

ANSIA

L’ansia è uno stato emotivo connotato da una sensazione di timore associata a segni somatici indicativi di una eccitazione eccessiva del Sistema Nervoso Autonomo.
Lo stato di timore ha come conseguenza una serie molto ampia di sintomi somatici che possono variare dalla sudorazione alla diarrea, dalla cefalea alla difficoltà di deglutizione. Oltre alle conseguenze fisiche è importante sottolineare le conseguenze psicologiche quali: insonnia, riduzione della libido, ipervigilanza, difficoltà di concentrazione.
Che differenza passa tra ansia normale e patologica?
L’ansia sana si vive nei momenti in cui il pericolo è reale e il timore è proporzionato alla minaccia.
Nell’ansia patologica queste due caratteristiche vengono a mancare e si percepisce una sensazione di pericolo in assenza di uno reale e sproporzionato rispetto ad esso. Tale angoscia non permette un normale funzionamento di vita.
ansia

Dott.Angelo Collevecchio

mercoledì 20 agosto 2008

LE BRANCHE DELLA PSICOLOGIA

LA PSICOLOGIA FISIOLOGICA
psi fisiologica


Studia il sistema nervoso umano, le sue suddivisioni, i neuroni ed i loro messaggi, l'organizzazione dei due emisferi cerebrali, il sistema endocrino, il rapporto tra natura e cultura, i fattori genetici.

LA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
psi sviluppo


Si occupa dello studio dei bambini. Gli psicologi dell'età evolutiva hanno cercato di comprendere come l'organismo umano si modifichi nel tempo e quali siano i processi a far sì che le caratteristiche di una particolare età siano determinate e specifiche. Negli ultimi vent'anni gli psicologi dello sviluppo si sono orientati, verso l'approfondimento di altre età o tappe dello sviluppo: l'adolescenza, il mondo adulto, il mondo degli anziani.

LA PSICOLOGIA SPERIMENTALE
psi sperimentale


Comprende tutti gli aspetti del comportamento che possono essere sottoposti a sperimentazione. Essa rivolge la sua attenzione allo studio della sensazione, della percezione, dell'apprendimento, della memoria, delle motivazioni, delle emozioni. Negli ultimi anni anche gli psicologi cognitivisti si sono dedicati alla psicologia sperimentale: ricorderemo Guilford e il suo cubo, che visualizza tutte le operazioni che la mente può compiere attraverso capacità che si integrano tra di loro.

LA PSICOLOGIA SOCIALE
psi sociale1


Gli psicologi sociali studiano gli esseri umani in quanto animali sociali: gli uomini interagiscono, comunicano, vivono all' interno dei vari gruppi, e gli psicologi sociali si interessano degli effetti e dei condizionamenti che il gruppo produce su ciascuna persona e viceversa.

LA PSICOLOGIA CLINICA
psi clinica

L'attività dello psicologo clinico si svolge in questi ambiti: la ricerca, la diagnosi, la cura. Lo psicologo clinico svolge le sue attività nelle università, nelle cliniche , negli ospedali, ma nache nella professione privata. Il campo di ricerca dello psicologo clinico è abbastanza vasto, ma si sofferma, in particolar modo, nella diagnosi e nella terapia per i soggetti che presentano disturbi psichici.
Lo psicologo clinico usa prevalentemente tecniche terapeutiche per curare le patologie psichiche, a differenza dello psichiatra che, laureato in medicina, somministra anche farmaci ai propri pazienti.

LA PSICOLOGIA SCOLASTICA
psi scolastica


Lo psicologo scolastico si interessa di tutti gli aspetti psicologici riferiti ai processi educativi e didattici, studiando i processi di apprendimento e il modo in cui le motivazioni e il rendimento dipendono dalle differenze individuali, dalle caratteristiche della personalità e dalle interazioni sociali. Di recente la psicologia scolastica si è rivolta verso altri campi di particolare interesse, quali l'orientamento scolastico e professionale, l'aggiornamento degli insegnanti e l'integrazione dei soggetti portatori di handicap e degli emarginati.

LA PSICOLOGIA FORENSE
psi forense


Fornisce un contributo al sistema giudiziario e carcerario.Essa non si riferisce solo alla diagnosi psicologica nel corso di un processo, ma è anche di tipo riabilitativo all' interno delle carceri per curare i malati, i deviati, per preparare i detenuti ad un'eventualità di un reintegro positivo nella società. Anche nei corpi di polizia, addetti al controllo sociale ufficile, l'attività dello psicologo si rivela utile, per far capire le motivazioni che spingono le persone alla devianza.


DOTT.SSA Alessandra Rosa

GESTIRE LO STRESS

Ogni attività lavorativa rappresenta una fonte di stress! Per STRESS si intende una risposta a livelli inappropriati di tensione.
Quali sono gli effetti dello stress?

- malattie cardiache, coliti, ulcere
- cali motivazionali
- insoddisfazione sul lavoro
- tensione, irritabilità
- commettere errori

Cosa fare per gestire lo stress?

- conoscere se stessi e comprendere il proprio stress
- fissare degli obiettivi
- cambiare atteggiamenti
- essere assertivi
- mantenere il controllo di sè e della situazione
- avere ben chiaro ciò di cui siamo e non siamo responsabili
- gestire bene il tempo
- farsi aiutare da qualcuno
- evitare modi inadeguati di affrontare lo stress
- prendersi cura di sè stessi: non trascurare le nostre capacità, non pretendere troppo da noi stessi, non giudicarci con severità.
STRESS

Dott.ssa Alessandra Rosa

I DUE EMISFERI CEREBRALI

emisferi
DESTRO

- NON VERBALE: conscio della realta' ma incapace di descriverla verbalmente;
- SINTETICO: unisce le parti formando un tutto;
- CONCRETO : rappresenta le cose come sono nel momento presente;
- ANALOGICO: vede le somiglianze, non comprende relazioni metaforiche;
- ATEMPORALE: senza senso del tempo;
- NON RAZIONALE: non richiede fondamenti razionali dei fatti;
- SPAZIALE: percepisce le cose in relazione spaziale con altre, come parti di un tutto;
- OLISTICO: vede le cose nel loro insieme, talora in contrasto col sinistro.



SINISTRO

- VERBALE: utilizza parole, vocaboli;
- ANALITICO: analizza cose e realtà nelle loro parti;
- SIMBOLICO: usa simboli e segni;
- ASTRATTO: da un dettaglio rappresenta la realtà nella sua completezza;
- TEMPORALE: dispone cose ed eventi in sequenza temporale;
- RAZIONALE: arriva a conclusioni fondate sulla ragione;
- DIGITALE: usa il metodo numerico;
- LOGICO: trae conclusioni da principi logici;
- LINEARE: pensa in termini sequenziali.

DOTT.SSA Alessandra Rosa

Carta dei diritti personali

1. Ho il diritto di chiedere ciò che voglio.
2. Ho il diritto di dire no a richieste o domande che non posso esaudire.
3. Ho il diritto di esprimere tutte le mie emozioni, positive o negative.
4. Ho il diritto di cambiare idea.
5. Ho il diritto di sbagliare e non devo essere perfetto.
6. Ho il diritto di perseguire i miei valori e ciò in cui credo.
7. Ho il diritto di dire non a qualunque cosa per la quale non sento di essere pronto, se essa è pericolosa o se mi mette in conflitto con i miei valori.
8. Ho il diritto di stabilire le mie priorità.
9. Ho il diritto di non essere responsabile per azioni, sentimenti o comportamenti altrui.
10. Ho il diritto di aspettarmi onestà da parte degli altri.
11. Ho il diritto di adirarmi con le persone che amo.
12. ho il diritto di essere me stesso e di essere unico.
13. Ho il diritto di esprimere paura.
14. Ho il diritto di dire “non lo so”.
15. Ho il diritto di non dovermi scusare e giustificare per il mio comportamento.
16. Ho il diritto di prendere decisioni in base ai miei sentimenti.
17. Ho il diritto di avere il mio tempo e i miei spazi personali.
18. Ho il diritto di essere allegro.
19. Ho il diritto di godere di maggiore salute rispetto a chi mi circonda.
20. Ho il diritto di sentirmi sicuro e di stare in un ambiente sereno.
21. Ho il diritto di stringere amicizie e di sentirmi a mio agio tra la gente.
22. Ho il diritto di cambiare e di crescere.
23. Ho il diritto di pretendere che gli altri rispettino i miei desideri e i miei bisogni.
24. Ho il diritto di essere trattato con dignità e rispetto.
25. Ho il diritto di essere felice.
diritti

Dott. Angelo Collevecchio

sabato 16 agosto 2008

IL TRAINING AUTOGENO

training_autogeno3
Training Autogeno significa “allenamento” che si genera “da sé”. Qualunque tipo di esercitazione psichica influenza tutto il comportamento dell’organismo.
La psiche agisce sul corpo.
Con l’esercizio costante si può riuscire a raddrizzare la spina dorsale incurvata.
Il Training Autogeno è un “allenamento” al rilassamento. Tale tecnica può servire per migliorare la salute, le prestazioni, l’autocontrollo, la capacità di recupero…
Tramite il training si raggiunge la calma e tale esercitazione si svolge attraverso una serie di step, dal più semplice al più complesso e vengono appresi dal soggetto al fine di poterli utilizzare a proprio piacimento senza l’aiuto di nessuno.

Dott. Angelo Collevecchio

giovedì 14 agosto 2008

COSA FARO' DA GRANDE? .......... E SE FACESSI LO PSICOLOGO?

In Italia per diventare psicologo, occorre laurearsi in psicologia e, dopo la laurea superare un'esame di stato, iscriversi all'albo professionale e specializzarsi in un settore particolare( ad esempio per l'attività di psicoterapia il corso di specializzazione è di almeno quattro anni).
Ma che fa lo psicologo? una convinzione diffusa porta a ritenere che lo psicologo abbia a che fare con le malattie mentali e che si occupi di alcuni problemi, come quelli legati al miglior allevamento dei bambini, alle cure delle depressioni, angosce, nevrosi.
Questa convinzione è riduttiva ed è vera solo in parte. Lo psicologo infatti, può dedicarsi anche all'insegnamento universitario, può applicarsi nella ricerca sperimentale, può rivolgersi esclusivamente alla ricerca pura, che elabora i fondamenti teorici della psicologia, può intetressarsi dei problemi dell'educazione...
Le branche della psicologia sono le seguenti:
PSICOLOGIA FISIOLOGICA
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
PSICOLOGIA SPERIMENTALE
PSICOLOGIA SOCIALE
PSICOLOGIA CLINICA
PSICOLOGIA SCOLASTICA
PSICOLOGIA FORENSE
PSICOLOGIA DELLA SALUTE
psicologo2

DOTT.SSA Alessandra Rosa

LA FOBIA

La fobia è una paura scatenata dalla presenza o dalla previsione di un oggetto o una situazione specifici, l'esposizione ai quali provoca quasi invarialbimente una reazione d'ansia immediatao un attacco di panico, anche se il soggetto riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole. Lo stimolo fobico è evitato o sopportato con notevole disagio. Ci sono due tipi di fobia: fobia specifica( fobia semplice)e fobia sociale. Le fobie semplici sono suddivise in base all'oggetto temuto: animali,sangue, oggetti,situazioni...Nella fobia sociale,la paura persistente è di situazioni sociali che potrebbero esporre il soggetto a esame da parte di altri e indurlo a mostrare sintomi d'ansia o ad agire in un modo che potrebbe essere umiliante o imbarazzante.
Alcune delle comuni fobie sono:
ACLUOFOBIA: BUIO
ACROFOBIA: ALTEZZE
AILUROFOBIA: GATTI
ALGOFOBIA: DOLORE
ANDROFOBIA: UOMINI
AUTOFOBIA: ESSERE SOLI
DEMOFOBIA: FOLLA
GINOFOBIA: DONNE
MISOFOBIA: SPORCO E GERMI
PANFOBIA: OGNI COSA
XENOFOBIA: ESTRANEI
PATOFOBIA: PROFONDITA'


DOTT.SSA Alessandra Rosa

PROBLEM SOLVING

Chiunque ha problemi,dalle piccole seccature di tutti i giorni alle gravi crisi. I problemi non risolti o risolti in modo insoddisfacente possono suscitare ansia e scoraggiamento, fino alla depressione. Per rompere questo circolo vizioso è utile applicare il metodo di soluzione strutturata, che permette di migliorare la capacità di risolvere i problemi. Le fasi del problem-solving sono le seguenti:
1. DEFINIRE IL PROBLEMA DA AFFRONTARE
2.FARE UN ELENCO DI TUTTE LA POSSIBILI SOLUZIONI
3.VALUTARE CIASCUNA DELLE SOLUZIONI PROPOSTE E SCEGLIERNE UNA
4. PROGRAMMARE COME ATTUARE LA SOLUZIONE PRESCELTA
5. VERIFICARE COME SONO ANDATE LE COSE ED EVENTUALMENTE RIVEDERE IL PIANO

problem solving

DOTT.SSA Alessandra Rosa

mercoledì 13 agosto 2008

IL LUTTO

tristezza
Il lutto è la naturale risposta emotiva alla perdita di cose, idee o persone.
Questo periodo di particolare dispiacere è da sempre stato fonte di attenzione da parte degli studiosi.
Dalle numerose osservazioni, si è riscontrato che una persona a cui viene a mancare qualcosa (o qualcuno) attraversa una serie abbastanza definita di fasi emotive.
1. La negazione. In questa fase l’individuo tende a negare la realtà della mancanza e a negare le proprie reazioni emotive.
2. La rabbia. Vi è una vera e propria rabbia per la perdita e per l’impossibilità di ritrovare ciò che si è perduto. Il questa fase tale emozione se non viene espressa in modo sano, può divenire distruttiva.
3. La mediazione. Vi è un vivo desiderio di controllare l’incontrollabilità degli eventi.
4. La depressione. Il dolore, la disperazione e la rabbia vengono rivolti verso l’interno, verso se stessi.
5. L’accettazione. Vi è rassegnazione di fronte alla realtà e la convinzione che si può guarire dal lutto.

Dott.Collevecchio Angelo

lunedì 11 agosto 2008

LA SINDROME DA BURN-OUT

Per burn-out si intende una sindrome collegata allo stress lavorativo degli operatori delle professioni di aiuto. Quali sono le possibili cause del burn-out? Dall'analisi della letteratura sull'argomento( Justice, Gold, Klein, 1981) si possono individuare i seguenti fattori:
- eccessivo impegno e dedizione
- mancanza di consapevolezza dei propri limiti
- mancanza di separazione tra lavoro e vita privata
- ambiente lavorativo estremamente stressante
- svolgimento di attività senza averne l'autorità e le risorse
- mancanza di riconoscimento dei meriti personali
- mancanza di sistemi di supporto emancata realizzazione delle aspettative

La sindrome si caratterizza per una condizione di nervosismo, apatia, cinismo, insonnia,ulcere, cefalee, disturbi cardiovascolari,depressione, bassa autostima, senso di colpa, aggressività, sospetto, paranoia, alta resistenza ad andare al lavoro, rigidità di pensiero.
Tale situazione di disagio spesso induce il soggetto ad abuso di alcool, di psicofarmaci, fumo.


DOTT.SSA Alessandra Rosa
burn-out

10 PUNTI PER UNA VITA AFFERMATIVA

1. Evita che gli altri ti ostacolino nei tuoi diritti
2. Evita che gli altri scelgano per te
3. Evita che gli altri decidano per te
4. Evita che gli altri pensino per te
5. Evita che gli altri parlino per te
6. Evita che gli altri agiscano per te
7. Evita che gli altri si divertano per te
8. Evita che gli altri nelle relazioni sociali si sostituiscano a te
9. Evita che gli altri si occupino eccessivamente per te
10.Evita che gli altri ti annullino
asserività


DOTT.SSA Alessandra Rosa

sabato 9 agosto 2008

LA COMUNICAZIONE

In Psicologia solitamente si suddivide la comunicazione in tre macro-stili:
 Passiva: la persona tende a sottovalutare i propri desideri e opinioni ritenendoli di poca importanza rispetto alle esigenze altrui. L’individuo con tale stile comunicativo tende a sottovalutarsi e a non riconoscere le proprie esigenze.
 Aggressiva: vi è la tendenza a sopravvalutare le proprie opinioni, senza tenere in minima considerazione quelle altrui.
 Assertivo: vi è una manifestazione chiara e adeguata dei propri pensieri ed emozioni. Esprimere se stesso in modo assertivo richiede consapevolezza di sé e conoscenza dei propri desideri e bisogni. Vuol dire mostrare per noi stessi lo stesso rispetto che portiamo agli altri.

Per migliorare le capacità assertive esistono veri e propri TRAINING ASSERTIVI.
comunicazione

Dott. Collevecchio Angelo

martedì 5 agosto 2008

NEWS: EMOZIONE, ESERCIZIO FISICO E SALUTE MENTALE

esercizio fisico
In base a recenti studi l’attività fisica è collegata all’umore, alle emozioni e all’ansia. Vi è la possibilità che meccanismi dell’esercizio fisico intervengono sulle emozioni. Fattori fisiologici, biochimici e l’aumento della produzione delle endorfine possono dare la sensazione di “sentirsi meglio”. Sul piano psicologico, la capacità di padroneggiare nuovi compiti, l’aumento dell’autocontrollo e il trascorrere del tempo lontano dagli aspetti negativi della vita possono essere un toccasana per l’autostima dell’individuo. Secondo gli studi, il benessere psicologico è la motivazione iniziale principale, tali aspetti si vanno ad intersecare con gli aspetti biologici durante la fase di assestamento fisico e mantenimento.

Dott. Collevecchio Angelo

domenica 3 agosto 2008

COME AFFRONTARE LE FRUSTRAZIONI DI OGNI GIORNO

1.Convincetevi che ogni problema ha la sua soluzione. Si tratta di avere pazienza e di trovare l’esatta risposta alla vostra particolare situazione. Ciò richiede studio ed un piano d’azione.

2.Pensate prima di agire. Molta gente è facilmente frustrata perché si lascia prendere la mano dalle emozioni, e non si offre l’occasione di calmarsi e di vedere le cose in modo obiettivo.

3.Semplificatevi la vita. Non createvi deliberatamente quelle complicazioni che potrebbero essere causa di angoscia e di tormento.

4.Quando le cose non vanno come dovrebbero,evocate qualche pensiero piacevole che vi permetta di sorridere o di ridere. Servitevi del vostro senso dell’umorismo quando più ne avete bisogno.

5.Non potete accontentare tutti. C’è da aspettarsi d’incappare in qualcuno cui non siete simpatici. Qualche volta accettate di essere respinti.

6.Mettetevi in mente di avere un potere in voi stessi che vi aiuterà ad affrontare coraggiosamente le avversità e che vi permetterà di superare quasi tutti gli ostacoli.

7.Parlate del vostro problema con qualcuno che vi possa aiutare.

8.Il grado del successo nel superare le vostre frustrazioni giornaliere dipende da come avrete imparato a controllare e padroneggiare le vostre emozioni.

9.Non siate perfezionisti. I perfezionisti tendono ad essere facilmente frustrati perché si aspettano troppo da sé e dagli altri: sono troppo idealisti.

10.Prima di prendervela con gli altri per le vostre frustrazioni, chiedetevi: “ Sono una persona facile da trattare? “

11.Invece di agitarvi perché non sapete prendere una decisione,cercate la causa della vostra indecisione.

12.Analizzate la base psicologica delle vostre frustrazioni. Le persone suscettibili alle frustrazioni sono generalmente troppo aggressive e si sentono in sicure ed impazienti.

13.Controbilanciate le vostre frustrazioni compensandole con attività che vi procurino distensione e riposo.

14.Agite in modo intelligente : è meglio che tormentarsi a vuoto.

15.Un cambiamento di abitudini può alleviare la frustrazione generata dalla monotonia dell’eterno “ tran-tran”.

DOTT.SSA ALESSANDRA ROSA

LA DIPENDENZA DA INTERNET

stress2
La Dipendenza da Internet, meglio conosciuta nella letteratura psichiatrica con il nome inglese di INTERNET ADDICTION DISORDER ( IAD) è un disturbo ossessivo compulsivo. Il termine è stato coniato da Ivan Goldburg M.D. nel 1997. E’ comparabile al gioco d’azzardo patologico,come diagnosticato al DSM-IV. Secondo Kimberly Young che ha fondato il Center for Online Addiction statunitense,sono stati riconosciuti cinque tipi specifici di dipendenza online :
- dipendenza cibersessuale( o dal sesso virtuale) :

gli individui che ne soffrono sono dediti allo scaricamento,all’utilizzo e al commercio di materiale pornografico online, o sono coinvolti in chat-room per soli adulti.

- dipendenza ciber-relazionale ( o delle relazioni virtuali) :

gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni online
o possono intraprendere un adulterio virtuale. Gli amici online diventano più importanti per l’individuo a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici. Spesso questa situazione comporta instabilità coniugale o familiare.

- net gaming :
la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti,compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogame, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsive. In particolare gli individui utilizzeranno i casinò virtuali,giochi interattivi o scommesse su internet soltanto per perdere importi eccessivi di denaro,interrompendo altri doveri relativi all’impiego o rapporti significativi.

Possiamo individuare quattro categorie di elementi che contribuiscono all’insorgere di psicopatologie legate all’uso di internet:

1)nel 50% dei casi la IAD può essere indotta da alcuni tipi di disturbi psichici preesistenti. I fattori di rischio includono una storia di dipendenza multipla,condizioni psicopatologiche come depressione , disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d’azzardo patologico, o fattori situazionali come burn-out da lavoro, contrasto coniugale o abuso infantile.
2)Le condotte a rischio ( riduzione delle esperienze di vita e di relazioni reali…)
3)Eventi di vita sfavorevoli ( problemi lavorativi,familiari; “ internet come valvola di sfogo” )
4)Le potenzialità psicopatologiche proprie della rete ( anonimato e sentimenti di onnipotenza che possono generare in pedofila,sesso virtuale,creazione di false identità, gioco d’azzardo…).

Le fasi di sviluppo comuni a tutti gli utenti telematici sono due:

-fase di osservazione e ricerca :
in questa fase il soggetto scopre e utilizza giornali,informazioni online, casinò virtuali,siti pornografici,negozi virtuali.

RISCHI :

- gioco d’azzardo patologico online;
- sovraccarico cognitivo
- shopping compulsivo
- porno dipendenza


-fase relazionale-comunicativa:
in questa fase il soggetto scopre e utilizza chat,giochi di ruolo online.



RISCHI :

- incontri al buio pericolosi
- isolamento sociale e dipendenza
- dipendenza da sesso virtuale
- perdita dei contatti reali
- sentimenti di onnipotenza

Dott.ssa Alessandra Rosa

LO SHOPPING COMPULSIVO

Lo shopping compulsivo è un disturbo caratterizzato dall’impulso irrefrenabile e immediato dell’acquisto, da una tensione crescente alleviata solo comprando. Ogni stato emotivo negativo viene invertito nella spinta incontrollabile ad effettuare un acquisto nonostante la compromissione della sfera finanziaria,lavorativa,relazionale e psicologica.
Il Compulsive Buying può rappresentare una variazione del DOC. I soggetti che presentano questo disturbo,soprattutto donne di giovane età,se inizialmente comprano per il piacere che si ricava da un nuovo acquisto, in seguito riportano uno stato di tensione crescente,ed il desiderio di comprare diventa un impulso irrefrenabile. In seguito all’acquisto compulsivo di oggetti di ogni tipo che il più delle volte vengono messi da parte, regalati o buttati via, si riscontrano spesso sentimenti di colpa e vergogna.
L’identikit dei Compulsive Buyers ( SHOPPER) è rappresentato da donne che appartengono a una fascia sociale media: molte sono casalinghe,segretarie,con un’età media di 40 anni; anche se i sintomi rispetto agli acquisti,si avvertono in questi soggetti già nell’adolescenza. Secondo Lane Benson, una terapista-editore che ha pubblicato il seguente libro “ I SHOP , THEREFORE I AM” ( compro dunque sono) il problema è “l’accondiscendenza della società di fronte al compratore sfrenato”.
Secondo alcuni psichiatri, lo shopping compulsivo sarebbe causato da un cattivo funzionamento della serotonina,una sostanza prodotta dal cervello. I disturbi legati a questa alterazione chimica cerebrale determinano un marcato controllo dell’impulsività,per cui si è spinti a soddisfare immediatamente un bisogno irresistibile. Quindi l’acquisto sfrenato potrebbe indurre esperienze emotive simili a quelle di chi fa uso di droghe.

Dott.ssa Alessandra Rosa

LE CONSULENZE

La consulenza psicologica è un momento di incontro tra lo psicologo e il cliente in cui il secondo espone al primo le proprie richieste e difficoltà. La durata delle consulenze è di circa due-tre incontri proprio al fine di valutare in maniera più approfondita la “domanda” e la risposta più opportuna in base al problema. Molto spesso le persone che si rivolgono allo psicologo sono così ansiose a cariche di voglia di aprirsi (anche il contrario) che non riescono a esprimere in modo chiaro la propria richiesta, durante le consulenze il compito dello psicologo è di “decifrare”, insieme al cliente, il nucleo del quesito e, sempre insieme, si cerca la soluzione migliore (psicoterapia, farmaci, sostegno).

Dott. Collevecchio Angelo

venerdì 1 agosto 2008

TEST PSICOLOGICI

I test sono strumenti utilissimi nella pratica dello psicologo. Molto spesso vengono criticati in quanto sono considerati freddi e poco personali, ma ciò non è valido in quanto un buon professionista “fonde” i risultati del test con le proprie osservazioni cliniche ottenute dal colloquio. Molto spesso i test vengono utilizzati al fine di avere una valutazione completa e generale all’inizio delle psicoterapie. Come le radiografie in medicina, così i test possono essere una sorta di valutazione dello stato psichico dell’individuo. Un buon test prima di essere utilizzato nella pratica clinica è stato valutato e standardizzato.
Le prove psicologiche possono valutare sia l’assetto cognitivo che di personalità di un individuo.

Dott. Collevecchio Angelo

giovedì 31 luglio 2008

PSICOLOGO, PSICHIATRA, PSICOTERAPEUTA

Tantissimi nomi che cominciano per "psi" e tantissima confusione che comincia quando abbiamo bisogno di aiuto.
Nella cultura popolare, queste figure professionali , quando non sono ignorate, diventano fonte di grande confusione.
Il Tecnico in Scienze Psicologiche è uno studente laureato in Scienze Psicologiche (durata 3 anni) che si è iscritto all’Albo B degli Psicologi. Non può esercitare senza la supervisione di uno Psicologo iscritto all’Albo A.
Lo Psicologo è laureato in Psicologia (5 anni o 3+2 anni) che dopo l’opportuna formazione (tirocini) post-lauream e il relativo esame possono iscriversi all’Albo A della propria regione (il sito dell’Albo Nazionale è www.psy.it). Può sostenere colloqui di supporto e psicodiagnostici. Non somministra farmaci.
Lo Psichiatra è un laureato in Medicina che ha continuato la propria formazione specializzandosi in Psichiatria. Può somministrare farmaci.
Sia lo psicologo che lo psichiatra possono accedere alle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia (elenco in www.scuoledipsicoterapia.it), della durata di 4 anni. Dopo aver conseguito il Diploma si è Psicoterapeuti. Tale figura oltre a ricoprire il ruolo precedente (medico o psicologo) è formato per dare un sostegno più importante a livello psicologico, per aiutare la persona ad avere maggiore consapevolezza delle proprie risorse psichiche, al fine di risolvere i propri problemi.
Le Scuole di Specializzazione hanno diversi orientamenti teorici: cognitivo-comportamentale, cognitivo, psicanalitico, gestaltico, sistemico-relazionale, psicodinamico.

Dott. Collevecchio Angelo

mercoledì 30 luglio 2008

NEWS: FAVOLE E LINGUAGGIO

Dalle ultime ricerche leggere ad alta voce le favole ai bambini in età prescolare può incrementare lo sviluppo del linguaggio. Il bagaglio linguistico sarebbe migliore e ciò li favorirebbe nello studio. La stimolazione sarebbe molto più intensa se a leggere le fiabe fossero i genitori in quanto oltre ad essere uno scambio linguistico vi è uno scambio emotivo. Se l’incontro con i libri avvenisse nella primissima infanzia, vi sarebbe una stimolazione sensoriale molteplice: visivo, uditivo, tattile; la pratica della lettura si trasformerebbe in un piacevole diversivo. Quanto esposto sopra sarebbe spiegato dal fatto che le esperienze cognitive precoci modificano le connessioni neuronali, e quindi le disposizioni e le abilità.

Dott. Collevecchio Angelo

Collaboratori dello Studio

Occasionalmente lo Studio si avvale della professionalità della

Dott.ssa MARINACCI GABRIELLA: Psicologo ad indirizzo Clinico e di Comunità e specializzando in Psicoterapia Cognitivo – Comportamentale. È iscritta all’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo dal 17 Febbraio 2006 con numero 949.
In passato ha collaborato con il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura il Centro di Neuropsichiatria Infantile della A.S.L. di Pescara e il Servizio di Psicologia Clinica – Modulo di Pescara. Presso l’Ospedale Civile di Pescara svolge il compito di Infermiere professionale e collabora con il Centro di Salute Mentale di Pescara.

domenica 27 luglio 2008

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo ( DOC ), incluso nel DSM –IV TR all’interno della categoria dei disturbi d’ansia, era considerato inizialmente un disturbo abbastanza raro che si presentava sotto forma cronica e difficilmente trattabile. Attualmente è uno dei disturbi d’ansia più frequenti ed ha gravi conseguenze sulla qualità della vita dei pazienti, dal momento che interferisce significativamente con le normali abitudini della persona, sia dal punto di vista sociale,lavorativo e/o scolastico. Il paziente lotta contro l’impulso ed il pensiero intrusivo in misura variabile: tale conflitto viene indicato con il termine “ resistenza” che può fluttuare da giorno a giorno e durante diversi episodi nel corso della malattia,quando il disturbo assume un andamento cronico. Il paziente ossessivo talvolta ha difficoltà con la temporalità ed in particolar modo con l’inizio e la cessazione delle attività. Le difficoltà di cessazione si traducono nel senso di imperfezione dell’ossessivo,da cui la sua necessità di procrastinare,ripetere,di controllare e spesso di non concludere: egli è tormentato da un senso costante di “imperfezione psicologica”. Il DOC ha un’insorgenza precoce: nel 60/70% dei casi si manifesta prima dei 25 anni, nel 15% compare in un’età inferiore i 10 anni e nel rimanente 15% dopo i 35 anni ( Rasmusse e Tsuang 1984/86; Thyer,1985). Il rapporto tra i sessi è circa uguale, anche se in soggetti di sesso maschile il disturbo insorgerebbe più precocemente che in soggetti di sesso femminile e più frequentemente nell’adolescenza,interferendo nello sviluppo di possibili relazioni sociali e coniugali ( Steketee, 1987; 1993).
Le ossessioni vengono definite come idee,pensieri,immagini e impulsi che entrano ripetutamente nella mente del soggetto; sono riconosciute come prodotti della mente stessa,sono percepite come intrusive e senza senso. Le
Compulsioni sono comportamenti ripetitivi e stereotipati,messi in atto come risposta alle ossessioni al fine di evitare il verificarsi di un evento improbabile o di prevenire il disagio. Il DSM IV-TR specifica che le ossessioni e/o compulsioni devono interferire in modo significativo con il funzionamento psicosociale del soggetto.

Dott.ssa Alessandra Rosa

Soci dello studio

I Professionisti che svolgono la loro attività presso lo Studio Associato di Psicologia sono:
Dott. COLLEVECCHIO ANGELO: Psicologo ad indirizzo Clinico e di Comunità e specializzando in Psicoterapia Cognitivo - Comportamentale. È iscritto all’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo dal 21/10/2006 con numero 1041. Ha collaborato con la cattedra di Psicologia Generale dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio”.
Collabora con il Centro di Salute Mentale e il Servizio di Psicologia Clinica della ASL di Pescara. Ha frequentato corsi per l’utilizzo di test ed in particolare con la Scuola Romana Rorschach per l’utilizzo del test.
Attualmente opera privatamente e presso l’Associazione regionale di familiari per la Tutela della Salute Mentale “Percorsi” e con altre associazioni allo scopo di fornire sostegno psicologico, consulenze per progetti sulla consapevolezza e riabilitazione psico-sociale.
Si occupa, inoltre, di valutazioni psicodiagnostiche private in collaborazione con periti del Tribunale di Chieti e Pescara.
Si interessa di psicosomatica, tematiche inerenti l’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Dott.ssa ROSA ALESSANDRA: Psicologo ad indirizzo Clinico e di Comunità e specializzando in Psicoterapia Cognitivo – Comportamentale. Iscritta all’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo dal 17/02/2006 con numero 946. Iscritta all'Ordine del Provveditorato Regionale per l'Abruzzo e il Molise Ha collaborato con il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura della A.S.L. di Pescara e il Centro “Diogene”, in particolar modo nei " gruppi speciali", ovvero gruppi di auto-aiuto per adolescanti che hanno abusato di sostanze stupefacenti, e per i loro familiari. Ha frequentato il Corso biennale della Scuola Romana Rorschach per l’utilizzo clinico del test.Si è formata sull'utilizzo della tecnica EMDR ( I LIVELLO), impiegata nel disturbo post-traumatico da stress. Svolge attività di consulenze private per periti del tribunale di Chieti- Pescara. Collabora con il Centro di Psicologia Clinica presso lo sportello per il benessere organizzativo, situato presso l'Amministrazione Provinciale di Pescara
Attualmente opera privatamente e presso il Servizio Nuovi Giunti della Casa Circondariale di Pescara.
Presta la sua opera presso il Servizio di Psicologia Clinica e il Centro di Salute Mentale della A.S.L. di Pescara.
Presso la Scuola di Polizia Penitenziaria di Sulmona si occupa della formazione del personale.
Entrambi i professionisti possono essere contattati tramite l'indirizzo e-mail dello Studio, nella sezione Profilo.

sabato 26 luglio 2008

Lo Studio Associato di Psicologia

Lo Studio Associato di Psicologia si costituisce nel Giugno del 2007, con lo scopo di aiutare le persone ad aprire la porta verso una profonda conoscenza di se stessi e a mobilitare risorse interne che possiede: risorse che permettono di imparare, di crescere, di guarire e di trasformarsi nell’arco di tutta la vita.
Lo Studio offre una gamma specifica di gruppi di lavoro: per la gestione dello stress ( attraverso tecniche di rilassamento e di Problem Solving); per migliorare autostima e la capacità di essere assertivi.
Al fine di migliorare il benessere comunitario i membri dello Studio lavorano a stretto contatto con i Servizi Territoriali, i Servizi Sociali e della Salute Mentale della AUSL di Pescara.
Lo studio collabora con Associazioni allo scopo di migliorare e proporre servizi finalizzati al benessere dell’individuo e della Comunità.
Lo Studio ha stipulato, altresì, strette collaborazioni con medici-pediatri ed è impegnata in attività di ricerca nel campo della diagnosi psicologica con enti di fama internazionale ( Istituto Italiano di Studio e Ricerca Psicodiagnostica).

Dalla sua costituzione lo Studio ha offerto le sue consulenze psicodiagnostiche a periti del tribunale di Chieti e Pescara. Durante l’inverno 2007 – 2008 i professionisti afferenti allo studio si sono occupati della formazione del personale presso la Scuola di Polizia Penitenziaria di Sulmona.
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