giovedì 19 marzo 2009

ANSIA DA PRESTAZIONE

Da sempre la sessualità è permeata da miti e da “doveri” che possono rendere una situazione piacevole una prova d’esame. La nostra cultura, la continua competizione con il prossimo e la pressione mediatica riguardante il sesso possono avere come conseguenza la percezione, nell’uomo, che l’incontro intimo non è più un momento di piacere ma una dimostrazione di quanto si vale, di quanto si è bravi. Si incominciano ad affacciare nella mente dell’individuo paure e preoccupazioni riguardo la possibilità di non essere all’altezza, di non durare abbastanza e di non essere in grado di dare piacere alla partner. Il “piacere” si sostituisce presto con la parola “dovere”, l’”intimità” si sostituisce con la “prestazione” sminuendo e permeando di timori i momenti piacevoli. I comportamenti che dovrebbero essere naturali e spontanei diventano inadeguati e innaturali. L’ansia da prestazione porta il soggetto a considerarsi inferiore e quindi a mettere in atto comportamenti esagerati al fine di cancellare l’idea del fallimento. Il continuo desiderio di raggiungere standard sessuali elevati, a volte impossibili, porta il maschio a vivere la sessualità con ansia, paura del fallimento e modo per affermare se stesso e la propria autostima. La sessualità è un’area molto importante della nostra vita su cui possono influire gli stress e le preoccupazioni della vita di tutti i giorni.
Il pensiero negativo prodotto dall’ansia non fa altro che aumentare la possibilità che problemi quali l’eiaculazione precoce e le disfunzioni erettili possano accadere.La possibile defaillance conferma all’individuo che la sessualità è un esame e che non essendo riuscito nel suo “dovere” egli non è un uomo, è un fallito. Un’occasionale perdita di erezione può essere la causa dell’istaurarsi del circolo vizioso che non fa altro che accresce le preoccupazioni nei confronti del sesso: si ha la paura di non riuscire ad avere l'erezione o di eiaculare troppo presto, e se è capitato una volta si ha il terrore di fare peggio...e l'ansia che aumenta favorisce ancora di più questo effetto indesiderato (la profezia negativa si autoavvera). Le tensioni che si vengono a creare sotto le lenzuola possono alterare anche la comunicazione all’interno della coppia, in particolar modo l’uomo comincia a far dipendere la propria identità (di maschio) dalla sua performance. La persona che soffre di ansia da prestazione dimentica che una piccola perdita di erezione è un evento naturale e che non rappresenta, quindi, un evento catastrofico. La vergogna di chiedere un aiuto psicologico, porta molti uomini a ricorrere a pillole che favoriscono l’erezione al fine di interrompere il circolo vizioso; creando spesso una dipendenza psicologica da questi farmaci. La capacità di riconoscere i pensieri e le convinzioni errate e la comprensione che la sessualità è fatta anche di piccoli “errori” possono aiutare l’uomo a capire che il sesso non è una gara ad ostacoli ma è un momento di intimità che viene facilitato da serenità personale e da una buona fiducia nell’altra persona. Il “fallimento” deve essere colto come momento di riflessione, di crescita. L’ansia da prestazione può essere il trampolino verso una maggiore conoscenza di se stessi e del proprio modo di relazionarsi con altri e con se stessi.

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