venerdì 12 aprile 2013

IL DIALOGO INTERIORE


Quando leggiamo un libro che ci appassiona, ci capita sovente di cominciare a vivere le emozioni che gli stessi protagonisti stanno provando. Alcune volte sono le descrizioni degli ambienti a farci incantare, rilassare o agitare. Ciò avviene perché le parole che lo scrittore attivano dentro di noi determinate emozioni. Egli con la scelta di alcuni termini colora il testo di sensazioni ed emozioni che noi, presi totalmente, riusciamo a percepire.
Allo stesso modo dello scrittore che riesce, tramite le parole, a farci commuovere o arrabbiare, così noi scriviamo con le parole che diciamo a noi stessi le nostre emozioni e le nostre giornate.
Sono le nostre parole interiori, quelle che diciamo a noi stessi, nel nostro profondo, che rendono le nostre giornate piacevoli o cariche di disagio. Sono le parole che noi scriviamo dentro noi stessi a scrivere il romanzo che si chiama: vita.
Spesso sottovalutiamo il potere del nostro dialogo interiore. Ogni parola che diciamo a noi stessi è un seme che piantiamo dentro di noi.
Se un giorno abbiamo un imprevisto e diciamo a noi stessi “è sempre così, non va mai bene niente”, creiamo dentro di noi uno stato di malessere e disagio, gettiamo un seme. Dipingiamo con un colore scuro la tela delle nostre emozioni, la tingiamo di malessere. Se ripetiamo la frase più volte, facendola diventare un’abitudine, continuiamo a vivere sensazioni di malessere che cominciano a pervadere sempre maggiore tempo e spazio. Ciò che prima era solo un segno nero sulla tela emotiva comincia ad essere il colore predominante. Il seme del malessere prende forza e crescendo diventa un’erbaccia difficile da sradicare. Le nostre giornate, che sono una fucina di emozioni belle e meno belle, diventano connotate solo da emozioni negative. A fine giornata, o dopo qualche giorno, ricordiamo, del tempo trascorso, solo i segni neri che ormai hanno coperto tutte le altre emozioni, vediamo solo la pianta del malessere che ormai è cresciuta sulle altre.

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