Patologia del linguaggio, caratterizzata da esitazione involontaria e da rapide ripetizioni di elementi del discorso. Sembra essere più comune fra i maschi, i gemelli e i mancini. La causa della balbuzia non è ancora molto chiara: alcuni studiosi la attribuiscono a fattori psicologici, mentre altri ritengono che sia di natura organica.
Ad ogni modo la balbuzia comporta un problema di ordine psicologico, in quanto il balbuziente prima di parlare prova ansia.
Sono utili gli esercizi di logopedia, sebbene le ricadute siano frequenti e gli esercizi vanno continuati anche dopo la scomparsa del disturbo, ed anche sedute di psicoterapia.Recentemente sono stati introdotti alcuni apparecchi elettronici, che aiutano il soggetto a sviluppare un ritmo omogeneo del linguaggio, o strumenti che impediscono al balbuziente di sentire la propria voce.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
sabato 30 agosto 2008
ARTETERAPIA
Si intende un insieme di trattamenti a scopo di prevenzione e riabilitazione, attuati attraverso le arti visive, la danza e il movimento corporeo , la musica. Lo scopo è quello di facilitare,attraverso l'attività artistica, l'espressione di conflittualità, ansie, disagi.
L'uso della pittura,della modellazione con la creta, del collage ha trovato ambiti di applicazioni negli istituti psichiatrici,negli istituti di riabilitazione, nelle prigioni, per i soggetti portatori di handicap. I soggetti ai quali si indirizza il trattamento sono adulti , bambini, anziani, adolescenti; le sedute possono essere sia individuali che di gruppo.
La spontaneità e la creatività favorite dall'arteterapia non devono essere confuse con la semplice espressione disordinata di sentimenti ed emozioni. E' importante un'adeguata formazione degli arteterapeuti e dell'impiego dell'arteterapia, soprattutto nel caso di pazienti gravi, all' interno di ampi programmi di trattamento.
Recentemente alcuni psicoterapeuti utilizzano l'arte come mezzo efficace per entrare in contatto con dinamiche inconsce che non possono essere espresse attraverso la comunicazione verbale.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
L'uso della pittura,della modellazione con la creta, del collage ha trovato ambiti di applicazioni negli istituti psichiatrici,negli istituti di riabilitazione, nelle prigioni, per i soggetti portatori di handicap. I soggetti ai quali si indirizza il trattamento sono adulti , bambini, anziani, adolescenti; le sedute possono essere sia individuali che di gruppo.
La spontaneità e la creatività favorite dall'arteterapia non devono essere confuse con la semplice espressione disordinata di sentimenti ed emozioni. E' importante un'adeguata formazione degli arteterapeuti e dell'impiego dell'arteterapia, soprattutto nel caso di pazienti gravi, all' interno di ampi programmi di trattamento.
Recentemente alcuni psicoterapeuti utilizzano l'arte come mezzo efficace per entrare in contatto con dinamiche inconsce che non possono essere espresse attraverso la comunicazione verbale.
DOTT.SSA Alessandra Rosa

venerdì 29 agosto 2008
LA GRAFOLOGIA

L'applicazione della grafologia allo studio della personalità prende avvio dall'osservazione che la scrittura delle persone si modifica rispetto a quella appresa a scuola. La modalità con cui si dispongono le parole sul foglio, l'inclinazione a destra o a sinistra delle lettere, gli spazi tra le righe, sono alcuni degli elementi che caratterizzazo una grafia.
La scrittura è caratterizzata da elementi misurabili, come l'inclinazione e le dimensioni, e da elementi descrittivi, quali la forma delle lettere. Un problema della grafologia è trovare un denominatore comune per questi due tipi di elementi che consenta una valutazione oggettiva e la comparazione tra i dati.Un altro problema riguarda la validità delle interpretazioni grafologiche.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
LA MEDICINA PSICOSOMATICA

Tra gli oggetti di studio della medicina psicosomatica vi sono gli effetti dello stress sullo sviluppo di malattie come l'ipertensione e l'ulcera.
Le malattie psicosomatiche rappresentano vere e proprie patologie le cui cause, hanno una componente psicogena. Tra le principali ricordiamo: ipertensione, ulcera gastrica, varie forme di eczema, asma, colite,insufficienza coronarica. Inizialmente il trattamento è finalizzato a limitare le manifestazioni più gravi della malattia. Se i farmaci non risultano efficaci, la terapia si avvale dell'aiuto di uno psicologo o di uno psichiatra per esaminare la sfera emotiva e psichica del paziente.
Dott.ssa Alessandra Rosa
IPOCONDRIA
Forma di nevrosi per cui il paziente manifesta un'esagerata preoccupazione per il proprio stato di salute accompagnata dalla convinzione di essere gravemente malato. Il soggetto può rivolgere la propria peoccupazione ossessiva su un organo in particolare, e la sua convinzione non viene modificata neanche da analisi mediche che ne dimostrano l'inconsistenza. Spesso l'ipocondriaco è soggetto ad ansia e a forme depressive. La causa del disturbo sembra risiedere in un conflitto psicologico verificatosi nel soggetto molto tempo prima dell'insorgenza della nevrosi.Con la psicoterapia si aiuterà il soggetto a risalire alla situazione che ha determinato il conflitto ed alla sua rielaborazione.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
DOTT.SSA Alessandra Rosa
LA DISLESSIA

La dislessia non può essere curata in modo definitivo; tuttavia i pazienti possono avvalersi dei trattamenti di logopedia.Quanto più la dislessia viene identificata precocemente,tanto maggiori sono le possibilità di miglioramento.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
PANICO
Il disturbo da panico è una forma di ansia connotata da episodi acuti, tensione emotiva e terrore incontrollabile che ostacola una adeguata organizzazione del pensiero. Il panico è una Paura con la P maiuscola, è irruenta, di breve durata caratterizzata da sintomi psico-fisiologici che molto spesso possono essere confusi con l’infarto. Non è raro assistere a persone che , affette dal mal di Pan, si rivolgano al Pronto Soccorso credendo di essere colpite da un infarto, alle quali però viene prescritta l’assunzione di un ansiolitico. La crisi di panico dura circa 15 minuti che però vengono connotati da un’angoscia tale da far perdere la cognizione del tempo. I sintomi possono essere i più vari ma in particolare si riscontrano: palpitazioni,sudorazione, tremori, sensazione di asfissia, nausea, fastidio al petto, paura di impazzire o perdere il controllo, paura di morire.
Dott. Collevecchio Angelo
Dott. Collevecchio Angelo
sabato 23 agosto 2008
OMICIDI SERIALI IN ITALIA
Attraverso l'analisi dei serial killer italiani e l'esame della bibliografia mondiale esistente in materia di omicidio e omicidio seriale, si ritiene che i moventi degli omicidi seriali possono essere raggruppati in questo modo:
- omicidi per futili motivi/ divertimento;
- omicidi motivati da sentimenti ostili;
- omicidi situazionali;
- omicidi per guadagno economico;
- omicidi per pulizia morale;
- omicidi per il controllo del potere;
- omicidi per motivazioni psicopatologiche;
- omicidi a sfondo sessuale.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
- omicidi per futili motivi/ divertimento;
- omicidi motivati da sentimenti ostili;
- omicidi situazionali;
- omicidi per guadagno economico;
- omicidi per pulizia morale;
- omicidi per il controllo del potere;
- omicidi per motivazioni psicopatologiche;
- omicidi a sfondo sessuale.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
I SERIAL KILLER
Chi sono i serial killer? Per quale moitvo la nostra immaginazione è colpita da queste figure?
La risposta più semplice è che ci fanno paura: ma non è l'unico motivo. Il serial killer è la personificazione di quanto c'è di irrazionale e di ferino, in noi e nella nostra vita apparentemente logica e organizzata. I serial killer hanno dato ai nostri incubi il volto umano e concreto di uomini e donne, spesso simili a noi.
Il termine serial killer è stato coniato da Lunde( 1976), per indicare chi uccide in serie, ossia uccide più persone( almeno tre) in eventi distinti, in luoghi separati e con un periodo di intervallo emotivo fra un omicidio e l'altro( giorni, mesi, anni); in ciascun evento, il soggetto può uccidere più di una vittima. Egli può colpire a caso o scegliere accuratamente le sue vittime.Spesso ama sfidare le forze dell'ordine.
MASS MURDER
Si parla di omicidio i massa, quando un individuo uccide, o tenta di uccidere molte persone( almeno quattro) in un medesimo luogo, in uno stesso evento.
SPREE KILLER( ASSASSINO COMPULSIVO)
Agisce nell'arco di alcune ore o qualche giorno, effettuando dei raids, in genere a bordo di autovetture e uccidendo a scopo di rapina o semplice divertimento sadico, un numero limitato di persone. Il soggetto non conosce le sue vittime. Gli spree killers possono agire in coppia,rinforzando le reciproche aspettative di successo in azioni criminali, realizzate con la violenza.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
La risposta più semplice è che ci fanno paura: ma non è l'unico motivo. Il serial killer è la personificazione di quanto c'è di irrazionale e di ferino, in noi e nella nostra vita apparentemente logica e organizzata. I serial killer hanno dato ai nostri incubi il volto umano e concreto di uomini e donne, spesso simili a noi.
Il termine serial killer è stato coniato da Lunde( 1976), per indicare chi uccide in serie, ossia uccide più persone( almeno tre) in eventi distinti, in luoghi separati e con un periodo di intervallo emotivo fra un omicidio e l'altro( giorni, mesi, anni); in ciascun evento, il soggetto può uccidere più di una vittima. Egli può colpire a caso o scegliere accuratamente le sue vittime.Spesso ama sfidare le forze dell'ordine.
MASS MURDER
Si parla di omicidio i massa, quando un individuo uccide, o tenta di uccidere molte persone( almeno quattro) in un medesimo luogo, in uno stesso evento.
SPREE KILLER( ASSASSINO COMPULSIVO)
Agisce nell'arco di alcune ore o qualche giorno, effettuando dei raids, in genere a bordo di autovetture e uccidendo a scopo di rapina o semplice divertimento sadico, un numero limitato di persone. Il soggetto non conosce le sue vittime. Gli spree killers possono agire in coppia,rinforzando le reciproche aspettative di successo in azioni criminali, realizzate con la violenza.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
LA PSICOTERAPIA

Molto spesso le persone che si rivolgono allo Psicoterapeuta non sanno con precisione quale percorso stanno intraprendendo.
La Psicoterapia è un processo interpersonale , consapevole, il cui fine è modificare i disturbi del comportamento e i momenti di sofferenza tramite mezzi prettamente psicologici, nella maggior parte dei casi, verbali. Il fine è deciso di comune accordo con il cliente, è può riguardare la riduzione dei sintomi o la modificazione della personalità tramite mezzi che differiscono da un orientamento teorico all’altro. La psicoterapia è un percorso di crescita personale nel quale il cliente acquisisce maggiore consapevolezze dei propri meccanismi mentali e dei modi per modificarla. I tempi del Percorso sono molto variabili, vi sono Terapie brevi della durata di circa 6 mesi e altri che arrivano a svariati anni. Non è da sottovalutare anche il costo emotivo della psicoterapia, in quanto “prima di ricostruire bisogna abbattere i vecchi muri”.
Dott.Angelo Collevecchio
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ANSIA
L’ansia è uno stato emotivo connotato da una sensazione di timore associata a segni somatici indicativi di una eccitazione eccessiva del Sistema Nervoso Autonomo.
Lo stato di timore ha come conseguenza una serie molto ampia di sintomi somatici che possono variare dalla sudorazione alla diarrea, dalla cefalea alla difficoltà di deglutizione. Oltre alle conseguenze fisiche è importante sottolineare le conseguenze psicologiche quali: insonnia, riduzione della libido, ipervigilanza, difficoltà di concentrazione.
Che differenza passa tra ansia normale e patologica?
L’ansia sana si vive nei momenti in cui il pericolo è reale e il timore è proporzionato alla minaccia.
Nell’ansia patologica queste due caratteristiche vengono a mancare e si percepisce una sensazione di pericolo in assenza di uno reale e sproporzionato rispetto ad esso. Tale angoscia non permette un normale funzionamento di vita.

Dott.Angelo Collevecchio
Lo stato di timore ha come conseguenza una serie molto ampia di sintomi somatici che possono variare dalla sudorazione alla diarrea, dalla cefalea alla difficoltà di deglutizione. Oltre alle conseguenze fisiche è importante sottolineare le conseguenze psicologiche quali: insonnia, riduzione della libido, ipervigilanza, difficoltà di concentrazione.
Che differenza passa tra ansia normale e patologica?
L’ansia sana si vive nei momenti in cui il pericolo è reale e il timore è proporzionato alla minaccia.
Nell’ansia patologica queste due caratteristiche vengono a mancare e si percepisce una sensazione di pericolo in assenza di uno reale e sproporzionato rispetto ad esso. Tale angoscia non permette un normale funzionamento di vita.

Dott.Angelo Collevecchio
mercoledì 20 agosto 2008
LE BRANCHE DELLA PSICOLOGIA
LA PSICOLOGIA FISIOLOGICA

Studia il sistema nervoso umano, le sue suddivisioni, i neuroni ed i loro messaggi, l'organizzazione dei due emisferi cerebrali, il sistema endocrino, il rapporto tra natura e cultura, i fattori genetici.
LA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

Si occupa dello studio dei bambini. Gli psicologi dell'età evolutiva hanno cercato di comprendere come l'organismo umano si modifichi nel tempo e quali siano i processi a far sì che le caratteristiche di una particolare età siano determinate e specifiche. Negli ultimi vent'anni gli psicologi dello sviluppo si sono orientati, verso l'approfondimento di altre età o tappe dello sviluppo: l'adolescenza, il mondo adulto, il mondo degli anziani.
LA PSICOLOGIA SPERIMENTALE

Comprende tutti gli aspetti del comportamento che possono essere sottoposti a sperimentazione. Essa rivolge la sua attenzione allo studio della sensazione, della percezione, dell'apprendimento, della memoria, delle motivazioni, delle emozioni. Negli ultimi anni anche gli psicologi cognitivisti si sono dedicati alla psicologia sperimentale: ricorderemo Guilford e il suo cubo, che visualizza tutte le operazioni che la mente può compiere attraverso capacità che si integrano tra di loro.
LA PSICOLOGIA SOCIALE

Gli psicologi sociali studiano gli esseri umani in quanto animali sociali: gli uomini interagiscono, comunicano, vivono all' interno dei vari gruppi, e gli psicologi sociali si interessano degli effetti e dei condizionamenti che il gruppo produce su ciascuna persona e viceversa.
LA PSICOLOGIA CLINICA

L'attività dello psicologo clinico si svolge in questi ambiti: la ricerca, la diagnosi, la cura. Lo psicologo clinico svolge le sue attività nelle università, nelle cliniche , negli ospedali, ma nache nella professione privata. Il campo di ricerca dello psicologo clinico è abbastanza vasto, ma si sofferma, in particolar modo, nella diagnosi e nella terapia per i soggetti che presentano disturbi psichici.
Lo psicologo clinico usa prevalentemente tecniche terapeutiche per curare le patologie psichiche, a differenza dello psichiatra che, laureato in medicina, somministra anche farmaci ai propri pazienti.
LA PSICOLOGIA SCOLASTICA

Lo psicologo scolastico si interessa di tutti gli aspetti psicologici riferiti ai processi educativi e didattici, studiando i processi di apprendimento e il modo in cui le motivazioni e il rendimento dipendono dalle differenze individuali, dalle caratteristiche della personalità e dalle interazioni sociali. Di recente la psicologia scolastica si è rivolta verso altri campi di particolare interesse, quali l'orientamento scolastico e professionale, l'aggiornamento degli insegnanti e l'integrazione dei soggetti portatori di handicap e degli emarginati.
LA PSICOLOGIA FORENSE

Fornisce un contributo al sistema giudiziario e carcerario.Essa non si riferisce solo alla diagnosi psicologica nel corso di un processo, ma è anche di tipo riabilitativo all' interno delle carceri per curare i malati, i deviati, per preparare i detenuti ad un'eventualità di un reintegro positivo nella società. Anche nei corpi di polizia, addetti al controllo sociale ufficile, l'attività dello psicologo si rivela utile, per far capire le motivazioni che spingono le persone alla devianza.
DOTT.SSA Alessandra Rosa

Studia il sistema nervoso umano, le sue suddivisioni, i neuroni ed i loro messaggi, l'organizzazione dei due emisferi cerebrali, il sistema endocrino, il rapporto tra natura e cultura, i fattori genetici.
LA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

Si occupa dello studio dei bambini. Gli psicologi dell'età evolutiva hanno cercato di comprendere come l'organismo umano si modifichi nel tempo e quali siano i processi a far sì che le caratteristiche di una particolare età siano determinate e specifiche. Negli ultimi vent'anni gli psicologi dello sviluppo si sono orientati, verso l'approfondimento di altre età o tappe dello sviluppo: l'adolescenza, il mondo adulto, il mondo degli anziani.
LA PSICOLOGIA SPERIMENTALE

Comprende tutti gli aspetti del comportamento che possono essere sottoposti a sperimentazione. Essa rivolge la sua attenzione allo studio della sensazione, della percezione, dell'apprendimento, della memoria, delle motivazioni, delle emozioni. Negli ultimi anni anche gli psicologi cognitivisti si sono dedicati alla psicologia sperimentale: ricorderemo Guilford e il suo cubo, che visualizza tutte le operazioni che la mente può compiere attraverso capacità che si integrano tra di loro.
LA PSICOLOGIA SOCIALE

Gli psicologi sociali studiano gli esseri umani in quanto animali sociali: gli uomini interagiscono, comunicano, vivono all' interno dei vari gruppi, e gli psicologi sociali si interessano degli effetti e dei condizionamenti che il gruppo produce su ciascuna persona e viceversa.
LA PSICOLOGIA CLINICA

L'attività dello psicologo clinico si svolge in questi ambiti: la ricerca, la diagnosi, la cura. Lo psicologo clinico svolge le sue attività nelle università, nelle cliniche , negli ospedali, ma nache nella professione privata. Il campo di ricerca dello psicologo clinico è abbastanza vasto, ma si sofferma, in particolar modo, nella diagnosi e nella terapia per i soggetti che presentano disturbi psichici.
Lo psicologo clinico usa prevalentemente tecniche terapeutiche per curare le patologie psichiche, a differenza dello psichiatra che, laureato in medicina, somministra anche farmaci ai propri pazienti.
LA PSICOLOGIA SCOLASTICA

Lo psicologo scolastico si interessa di tutti gli aspetti psicologici riferiti ai processi educativi e didattici, studiando i processi di apprendimento e il modo in cui le motivazioni e il rendimento dipendono dalle differenze individuali, dalle caratteristiche della personalità e dalle interazioni sociali. Di recente la psicologia scolastica si è rivolta verso altri campi di particolare interesse, quali l'orientamento scolastico e professionale, l'aggiornamento degli insegnanti e l'integrazione dei soggetti portatori di handicap e degli emarginati.
LA PSICOLOGIA FORENSE

Fornisce un contributo al sistema giudiziario e carcerario.Essa non si riferisce solo alla diagnosi psicologica nel corso di un processo, ma è anche di tipo riabilitativo all' interno delle carceri per curare i malati, i deviati, per preparare i detenuti ad un'eventualità di un reintegro positivo nella società. Anche nei corpi di polizia, addetti al controllo sociale ufficile, l'attività dello psicologo si rivela utile, per far capire le motivazioni che spingono le persone alla devianza.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
GESTIRE LO STRESS
Ogni attività lavorativa rappresenta una fonte di stress! Per STRESS si intende una risposta a livelli inappropriati di tensione.
Quali sono gli effetti dello stress?
- malattie cardiache, coliti, ulcere
- cali motivazionali
- insoddisfazione sul lavoro
- tensione, irritabilità
- commettere errori
Cosa fare per gestire lo stress?
- conoscere se stessi e comprendere il proprio stress
- fissare degli obiettivi
- cambiare atteggiamenti
- essere assertivi
- mantenere il controllo di sè e della situazione
- avere ben chiaro ciò di cui siamo e non siamo responsabili
- gestire bene il tempo
- farsi aiutare da qualcuno
- evitare modi inadeguati di affrontare lo stress
- prendersi cura di sè stessi: non trascurare le nostre capacità, non pretendere troppo da noi stessi, non giudicarci con severità.

Dott.ssa Alessandra Rosa
Quali sono gli effetti dello stress?
- malattie cardiache, coliti, ulcere
- cali motivazionali
- insoddisfazione sul lavoro
- tensione, irritabilità
- commettere errori
Cosa fare per gestire lo stress?
- conoscere se stessi e comprendere il proprio stress
- fissare degli obiettivi
- cambiare atteggiamenti
- essere assertivi
- mantenere il controllo di sè e della situazione
- avere ben chiaro ciò di cui siamo e non siamo responsabili
- gestire bene il tempo
- farsi aiutare da qualcuno
- evitare modi inadeguati di affrontare lo stress
- prendersi cura di sè stessi: non trascurare le nostre capacità, non pretendere troppo da noi stessi, non giudicarci con severità.

Dott.ssa Alessandra Rosa
I DUE EMISFERI CEREBRALI

DESTRO
- NON VERBALE: conscio della realta' ma incapace di descriverla verbalmente;
- SINTETICO: unisce le parti formando un tutto;
- CONCRETO : rappresenta le cose come sono nel momento presente;
- ANALOGICO: vede le somiglianze, non comprende relazioni metaforiche;
- ATEMPORALE: senza senso del tempo;
- NON RAZIONALE: non richiede fondamenti razionali dei fatti;
- SPAZIALE: percepisce le cose in relazione spaziale con altre, come parti di un tutto;
- OLISTICO: vede le cose nel loro insieme, talora in contrasto col sinistro.
SINISTRO
- VERBALE: utilizza parole, vocaboli;
- ANALITICO: analizza cose e realtà nelle loro parti;
- SIMBOLICO: usa simboli e segni;
- ASTRATTO: da un dettaglio rappresenta la realtà nella sua completezza;
- TEMPORALE: dispone cose ed eventi in sequenza temporale;
- RAZIONALE: arriva a conclusioni fondate sulla ragione;
- DIGITALE: usa il metodo numerico;
- LOGICO: trae conclusioni da principi logici;
- LINEARE: pensa in termini sequenziali.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
Carta dei diritti personali
1. Ho il diritto di chiedere ciò che voglio.
2. Ho il diritto di dire no a richieste o domande che non posso esaudire.
3. Ho il diritto di esprimere tutte le mie emozioni, positive o negative.
4. Ho il diritto di cambiare idea.
5. Ho il diritto di sbagliare e non devo essere perfetto.
6. Ho il diritto di perseguire i miei valori e ciò in cui credo.
7. Ho il diritto di dire non a qualunque cosa per la quale non sento di essere pronto, se essa è pericolosa o se mi mette in conflitto con i miei valori.
8. Ho il diritto di stabilire le mie priorità.
9. Ho il diritto di non essere responsabile per azioni, sentimenti o comportamenti altrui.
10. Ho il diritto di aspettarmi onestà da parte degli altri.
11. Ho il diritto di adirarmi con le persone che amo.
12. ho il diritto di essere me stesso e di essere unico.
13. Ho il diritto di esprimere paura.
14. Ho il diritto di dire “non lo so”.
15. Ho il diritto di non dovermi scusare e giustificare per il mio comportamento.
16. Ho il diritto di prendere decisioni in base ai miei sentimenti.
17. Ho il diritto di avere il mio tempo e i miei spazi personali.
18. Ho il diritto di essere allegro.
19. Ho il diritto di godere di maggiore salute rispetto a chi mi circonda.
20. Ho il diritto di sentirmi sicuro e di stare in un ambiente sereno.
21. Ho il diritto di stringere amicizie e di sentirmi a mio agio tra la gente.
22. Ho il diritto di cambiare e di crescere.
23. Ho il diritto di pretendere che gli altri rispettino i miei desideri e i miei bisogni.
24. Ho il diritto di essere trattato con dignità e rispetto.
25. Ho il diritto di essere felice.

Dott. Angelo Collevecchio
2. Ho il diritto di dire no a richieste o domande che non posso esaudire.
3. Ho il diritto di esprimere tutte le mie emozioni, positive o negative.
4. Ho il diritto di cambiare idea.
5. Ho il diritto di sbagliare e non devo essere perfetto.
6. Ho il diritto di perseguire i miei valori e ciò in cui credo.
7. Ho il diritto di dire non a qualunque cosa per la quale non sento di essere pronto, se essa è pericolosa o se mi mette in conflitto con i miei valori.
8. Ho il diritto di stabilire le mie priorità.
9. Ho il diritto di non essere responsabile per azioni, sentimenti o comportamenti altrui.
10. Ho il diritto di aspettarmi onestà da parte degli altri.
11. Ho il diritto di adirarmi con le persone che amo.
12. ho il diritto di essere me stesso e di essere unico.
13. Ho il diritto di esprimere paura.
14. Ho il diritto di dire “non lo so”.
15. Ho il diritto di non dovermi scusare e giustificare per il mio comportamento.
16. Ho il diritto di prendere decisioni in base ai miei sentimenti.
17. Ho il diritto di avere il mio tempo e i miei spazi personali.
18. Ho il diritto di essere allegro.
19. Ho il diritto di godere di maggiore salute rispetto a chi mi circonda.
20. Ho il diritto di sentirmi sicuro e di stare in un ambiente sereno.
21. Ho il diritto di stringere amicizie e di sentirmi a mio agio tra la gente.
22. Ho il diritto di cambiare e di crescere.
23. Ho il diritto di pretendere che gli altri rispettino i miei desideri e i miei bisogni.
24. Ho il diritto di essere trattato con dignità e rispetto.
25. Ho il diritto di essere felice.

Dott. Angelo Collevecchio
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sabato 16 agosto 2008
IL TRAINING AUTOGENO

Training Autogeno significa “allenamento” che si genera “da sé”. Qualunque tipo di esercitazione psichica influenza tutto il comportamento dell’organismo.
La psiche agisce sul corpo.
Con l’esercizio costante si può riuscire a raddrizzare la spina dorsale incurvata.
Il Training Autogeno è un “allenamento” al rilassamento. Tale tecnica può servire per migliorare la salute, le prestazioni, l’autocontrollo, la capacità di recupero…
Tramite il training si raggiunge la calma e tale esercitazione si svolge attraverso una serie di step, dal più semplice al più complesso e vengono appresi dal soggetto al fine di poterli utilizzare a proprio piacimento senza l’aiuto di nessuno.
Dott. Angelo Collevecchio
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giovedì 14 agosto 2008
COSA FARO' DA GRANDE? .......... E SE FACESSI LO PSICOLOGO?
In Italia per diventare psicologo, occorre laurearsi in psicologia e, dopo la laurea superare un'esame di stato, iscriversi all'albo professionale e specializzarsi in un settore particolare( ad esempio per l'attività di psicoterapia il corso di specializzazione è di almeno quattro anni).
Ma che fa lo psicologo? una convinzione diffusa porta a ritenere che lo psicologo abbia a che fare con le malattie mentali e che si occupi di alcuni problemi, come quelli legati al miglior allevamento dei bambini, alle cure delle depressioni, angosce, nevrosi.
Questa convinzione è riduttiva ed è vera solo in parte. Lo psicologo infatti, può dedicarsi anche all'insegnamento universitario, può applicarsi nella ricerca sperimentale, può rivolgersi esclusivamente alla ricerca pura, che elabora i fondamenti teorici della psicologia, può intetressarsi dei problemi dell'educazione...
Le branche della psicologia sono le seguenti:
PSICOLOGIA FISIOLOGICA
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
PSICOLOGIA SPERIMENTALE
PSICOLOGIA SOCIALE
PSICOLOGIA CLINICA
PSICOLOGIA SCOLASTICA
PSICOLOGIA FORENSE
PSICOLOGIA DELLA SALUTE

DOTT.SSA Alessandra Rosa
Ma che fa lo psicologo? una convinzione diffusa porta a ritenere che lo psicologo abbia a che fare con le malattie mentali e che si occupi di alcuni problemi, come quelli legati al miglior allevamento dei bambini, alle cure delle depressioni, angosce, nevrosi.
Questa convinzione è riduttiva ed è vera solo in parte. Lo psicologo infatti, può dedicarsi anche all'insegnamento universitario, può applicarsi nella ricerca sperimentale, può rivolgersi esclusivamente alla ricerca pura, che elabora i fondamenti teorici della psicologia, può intetressarsi dei problemi dell'educazione...
Le branche della psicologia sono le seguenti:
PSICOLOGIA FISIOLOGICA
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
PSICOLOGIA SPERIMENTALE
PSICOLOGIA SOCIALE
PSICOLOGIA CLINICA
PSICOLOGIA SCOLASTICA
PSICOLOGIA FORENSE
PSICOLOGIA DELLA SALUTE

DOTT.SSA Alessandra Rosa
LA FOBIA
La fobia è una paura scatenata dalla presenza o dalla previsione di un oggetto o una situazione specifici, l'esposizione ai quali provoca quasi invarialbimente una reazione d'ansia immediatao un attacco di panico, anche se il soggetto riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole. Lo stimolo fobico è evitato o sopportato con notevole disagio. Ci sono due tipi di fobia: fobia specifica( fobia semplice)e fobia sociale. Le fobie semplici sono suddivise in base all'oggetto temuto: animali,sangue, oggetti,situazioni...Nella fobia sociale,la paura persistente è di situazioni sociali che potrebbero esporre il soggetto a esame da parte di altri e indurlo a mostrare sintomi d'ansia o ad agire in un modo che potrebbe essere umiliante o imbarazzante.
Alcune delle comuni fobie sono:
ACLUOFOBIA: BUIO
ACROFOBIA: ALTEZZE
AILUROFOBIA: GATTI
ALGOFOBIA: DOLORE
ANDROFOBIA: UOMINI
AUTOFOBIA: ESSERE SOLI
DEMOFOBIA: FOLLA
GINOFOBIA: DONNE
MISOFOBIA: SPORCO E GERMI
PANFOBIA: OGNI COSA
XENOFOBIA: ESTRANEI
PATOFOBIA: PROFONDITA'
DOTT.SSA Alessandra Rosa
Alcune delle comuni fobie sono:
ACLUOFOBIA: BUIO
ACROFOBIA: ALTEZZE
AILUROFOBIA: GATTI
ALGOFOBIA: DOLORE
ANDROFOBIA: UOMINI
AUTOFOBIA: ESSERE SOLI
DEMOFOBIA: FOLLA
GINOFOBIA: DONNE
MISOFOBIA: SPORCO E GERMI
PANFOBIA: OGNI COSA
XENOFOBIA: ESTRANEI
PATOFOBIA: PROFONDITA'
DOTT.SSA Alessandra Rosa
PROBLEM SOLVING
Chiunque ha problemi,dalle piccole seccature di tutti i giorni alle gravi crisi. I problemi non risolti o risolti in modo insoddisfacente possono suscitare ansia e scoraggiamento, fino alla depressione. Per rompere questo circolo vizioso è utile applicare il metodo di soluzione strutturata, che permette di migliorare la capacità di risolvere i problemi. Le fasi del problem-solving sono le seguenti:
1. DEFINIRE IL PROBLEMA DA AFFRONTARE
2.FARE UN ELENCO DI TUTTE LA POSSIBILI SOLUZIONI
3.VALUTARE CIASCUNA DELLE SOLUZIONI PROPOSTE E SCEGLIERNE UNA
4. PROGRAMMARE COME ATTUARE LA SOLUZIONE PRESCELTA
5. VERIFICARE COME SONO ANDATE LE COSE ED EVENTUALMENTE RIVEDERE IL PIANO

DOTT.SSA Alessandra Rosa
1. DEFINIRE IL PROBLEMA DA AFFRONTARE
2.FARE UN ELENCO DI TUTTE LA POSSIBILI SOLUZIONI
3.VALUTARE CIASCUNA DELLE SOLUZIONI PROPOSTE E SCEGLIERNE UNA
4. PROGRAMMARE COME ATTUARE LA SOLUZIONE PRESCELTA
5. VERIFICARE COME SONO ANDATE LE COSE ED EVENTUALMENTE RIVEDERE IL PIANO

DOTT.SSA Alessandra Rosa
mercoledì 13 agosto 2008
IL LUTTO

Il lutto è la naturale risposta emotiva alla perdita di cose, idee o persone.
Questo periodo di particolare dispiacere è da sempre stato fonte di attenzione da parte degli studiosi.
Dalle numerose osservazioni, si è riscontrato che una persona a cui viene a mancare qualcosa (o qualcuno) attraversa una serie abbastanza definita di fasi emotive.
1. La negazione. In questa fase l’individuo tende a negare la realtà della mancanza e a negare le proprie reazioni emotive.
2. La rabbia. Vi è una vera e propria rabbia per la perdita e per l’impossibilità di ritrovare ciò che si è perduto. Il questa fase tale emozione se non viene espressa in modo sano, può divenire distruttiva.
3. La mediazione. Vi è un vivo desiderio di controllare l’incontrollabilità degli eventi.
4. La depressione. Il dolore, la disperazione e la rabbia vengono rivolti verso l’interno, verso se stessi.
5. L’accettazione. Vi è rassegnazione di fronte alla realtà e la convinzione che si può guarire dal lutto.
Dott.Collevecchio Angelo
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lunedì 11 agosto 2008
LA SINDROME DA BURN-OUT
Per burn-out si intende una sindrome collegata allo stress lavorativo degli operatori delle professioni di aiuto. Quali sono le possibili cause del burn-out? Dall'analisi della letteratura sull'argomento( Justice, Gold, Klein, 1981) si possono individuare i seguenti fattori:
- eccessivo impegno e dedizione
- mancanza di consapevolezza dei propri limiti
- mancanza di separazione tra lavoro e vita privata
- ambiente lavorativo estremamente stressante
- svolgimento di attività senza averne l'autorità e le risorse
- mancanza di riconoscimento dei meriti personali
- mancanza di sistemi di supporto emancata realizzazione delle aspettative
La sindrome si caratterizza per una condizione di nervosismo, apatia, cinismo, insonnia,ulcere, cefalee, disturbi cardiovascolari,depressione, bassa autostima, senso di colpa, aggressività, sospetto, paranoia, alta resistenza ad andare al lavoro, rigidità di pensiero.
Tale situazione di disagio spesso induce il soggetto ad abuso di alcool, di psicofarmaci, fumo.
DOTT.SSA Alessandra Rosa
- eccessivo impegno e dedizione
- mancanza di consapevolezza dei propri limiti
- mancanza di separazione tra lavoro e vita privata
- ambiente lavorativo estremamente stressante
- svolgimento di attività senza averne l'autorità e le risorse
- mancanza di riconoscimento dei meriti personali
- mancanza di sistemi di supporto emancata realizzazione delle aspettative
La sindrome si caratterizza per una condizione di nervosismo, apatia, cinismo, insonnia,ulcere, cefalee, disturbi cardiovascolari,depressione, bassa autostima, senso di colpa, aggressività, sospetto, paranoia, alta resistenza ad andare al lavoro, rigidità di pensiero.
Tale situazione di disagio spesso induce il soggetto ad abuso di alcool, di psicofarmaci, fumo.
DOTT.SSA Alessandra Rosa

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10 PUNTI PER UNA VITA AFFERMATIVA
1. Evita che gli altri ti ostacolino nei tuoi diritti
2. Evita che gli altri scelgano per te
3. Evita che gli altri decidano per te
4. Evita che gli altri pensino per te
5. Evita che gli altri parlino per te
6. Evita che gli altri agiscano per te
7. Evita che gli altri si divertano per te
8. Evita che gli altri nelle relazioni sociali si sostituiscano a te
9. Evita che gli altri si occupino eccessivamente per te
10.Evita che gli altri ti annullino

DOTT.SSA Alessandra Rosa
2. Evita che gli altri scelgano per te
3. Evita che gli altri decidano per te
4. Evita che gli altri pensino per te
5. Evita che gli altri parlino per te
6. Evita che gli altri agiscano per te
7. Evita che gli altri si divertano per te
8. Evita che gli altri nelle relazioni sociali si sostituiscano a te
9. Evita che gli altri si occupino eccessivamente per te
10.Evita che gli altri ti annullino

DOTT.SSA Alessandra Rosa
sabato 9 agosto 2008
LA COMUNICAZIONE
In Psicologia solitamente si suddivide la comunicazione in tre macro-stili:
Passiva: la persona tende a sottovalutare i propri desideri e opinioni ritenendoli di poca importanza rispetto alle esigenze altrui. L’individuo con tale stile comunicativo tende a sottovalutarsi e a non riconoscere le proprie esigenze.
Aggressiva: vi è la tendenza a sopravvalutare le proprie opinioni, senza tenere in minima considerazione quelle altrui.
Assertivo: vi è una manifestazione chiara e adeguata dei propri pensieri ed emozioni. Esprimere se stesso in modo assertivo richiede consapevolezza di sé e conoscenza dei propri desideri e bisogni. Vuol dire mostrare per noi stessi lo stesso rispetto che portiamo agli altri.
Per migliorare le capacità assertive esistono veri e propri TRAINING ASSERTIVI.

Dott. Collevecchio Angelo
Passiva: la persona tende a sottovalutare i propri desideri e opinioni ritenendoli di poca importanza rispetto alle esigenze altrui. L’individuo con tale stile comunicativo tende a sottovalutarsi e a non riconoscere le proprie esigenze.
Aggressiva: vi è la tendenza a sopravvalutare le proprie opinioni, senza tenere in minima considerazione quelle altrui.
Assertivo: vi è una manifestazione chiara e adeguata dei propri pensieri ed emozioni. Esprimere se stesso in modo assertivo richiede consapevolezza di sé e conoscenza dei propri desideri e bisogni. Vuol dire mostrare per noi stessi lo stesso rispetto che portiamo agli altri.
Per migliorare le capacità assertive esistono veri e propri TRAINING ASSERTIVI.

Dott. Collevecchio Angelo
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martedì 5 agosto 2008
NEWS: EMOZIONE, ESERCIZIO FISICO E SALUTE MENTALE

In base a recenti studi l’attività fisica è collegata all’umore, alle emozioni e all’ansia. Vi è la possibilità che meccanismi dell’esercizio fisico intervengono sulle emozioni. Fattori fisiologici, biochimici e l’aumento della produzione delle endorfine possono dare la sensazione di “sentirsi meglio”. Sul piano psicologico, la capacità di padroneggiare nuovi compiti, l’aumento dell’autocontrollo e il trascorrere del tempo lontano dagli aspetti negativi della vita possono essere un toccasana per l’autostima dell’individuo. Secondo gli studi, il benessere psicologico è la motivazione iniziale principale, tali aspetti si vanno ad intersecare con gli aspetti biologici durante la fase di assestamento fisico e mantenimento.
Dott. Collevecchio Angelo
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domenica 3 agosto 2008
COME AFFRONTARE LE FRUSTRAZIONI DI OGNI GIORNO
1.Convincetevi che ogni problema ha la sua soluzione. Si tratta di avere pazienza e di trovare l’esatta risposta alla vostra particolare situazione. Ciò richiede studio ed un piano d’azione.
2.Pensate prima di agire. Molta gente è facilmente frustrata perché si lascia prendere la mano dalle emozioni, e non si offre l’occasione di calmarsi e di vedere le cose in modo obiettivo.
3.Semplificatevi la vita. Non createvi deliberatamente quelle complicazioni che potrebbero essere causa di angoscia e di tormento.
4.Quando le cose non vanno come dovrebbero,evocate qualche pensiero piacevole che vi permetta di sorridere o di ridere. Servitevi del vostro senso dell’umorismo quando più ne avete bisogno.
5.Non potete accontentare tutti. C’è da aspettarsi d’incappare in qualcuno cui non siete simpatici. Qualche volta accettate di essere respinti.
6.Mettetevi in mente di avere un potere in voi stessi che vi aiuterà ad affrontare coraggiosamente le avversità e che vi permetterà di superare quasi tutti gli ostacoli.
7.Parlate del vostro problema con qualcuno che vi possa aiutare.
8.Il grado del successo nel superare le vostre frustrazioni giornaliere dipende da come avrete imparato a controllare e padroneggiare le vostre emozioni.
9.Non siate perfezionisti. I perfezionisti tendono ad essere facilmente frustrati perché si aspettano troppo da sé e dagli altri: sono troppo idealisti.
10.Prima di prendervela con gli altri per le vostre frustrazioni, chiedetevi: “ Sono una persona facile da trattare? “
11.Invece di agitarvi perché non sapete prendere una decisione,cercate la causa della vostra indecisione.
12.Analizzate la base psicologica delle vostre frustrazioni. Le persone suscettibili alle frustrazioni sono generalmente troppo aggressive e si sentono in sicure ed impazienti.
13.Controbilanciate le vostre frustrazioni compensandole con attività che vi procurino distensione e riposo.
14.Agite in modo intelligente : è meglio che tormentarsi a vuoto.
15.Un cambiamento di abitudini può alleviare la frustrazione generata dalla monotonia dell’eterno “ tran-tran”.
DOTT.SSA ALESSANDRA ROSA
2.Pensate prima di agire. Molta gente è facilmente frustrata perché si lascia prendere la mano dalle emozioni, e non si offre l’occasione di calmarsi e di vedere le cose in modo obiettivo.
3.Semplificatevi la vita. Non createvi deliberatamente quelle complicazioni che potrebbero essere causa di angoscia e di tormento.
4.Quando le cose non vanno come dovrebbero,evocate qualche pensiero piacevole che vi permetta di sorridere o di ridere. Servitevi del vostro senso dell’umorismo quando più ne avete bisogno.
5.Non potete accontentare tutti. C’è da aspettarsi d’incappare in qualcuno cui non siete simpatici. Qualche volta accettate di essere respinti.
6.Mettetevi in mente di avere un potere in voi stessi che vi aiuterà ad affrontare coraggiosamente le avversità e che vi permetterà di superare quasi tutti gli ostacoli.
7.Parlate del vostro problema con qualcuno che vi possa aiutare.
8.Il grado del successo nel superare le vostre frustrazioni giornaliere dipende da come avrete imparato a controllare e padroneggiare le vostre emozioni.
9.Non siate perfezionisti. I perfezionisti tendono ad essere facilmente frustrati perché si aspettano troppo da sé e dagli altri: sono troppo idealisti.
10.Prima di prendervela con gli altri per le vostre frustrazioni, chiedetevi: “ Sono una persona facile da trattare? “
11.Invece di agitarvi perché non sapete prendere una decisione,cercate la causa della vostra indecisione.
12.Analizzate la base psicologica delle vostre frustrazioni. Le persone suscettibili alle frustrazioni sono generalmente troppo aggressive e si sentono in sicure ed impazienti.
13.Controbilanciate le vostre frustrazioni compensandole con attività che vi procurino distensione e riposo.
14.Agite in modo intelligente : è meglio che tormentarsi a vuoto.
15.Un cambiamento di abitudini può alleviare la frustrazione generata dalla monotonia dell’eterno “ tran-tran”.
DOTT.SSA ALESSANDRA ROSA
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LA DIPENDENZA DA INTERNET

La Dipendenza da Internet, meglio conosciuta nella letteratura psichiatrica con il nome inglese di INTERNET ADDICTION DISORDER ( IAD) è un disturbo ossessivo compulsivo. Il termine è stato coniato da Ivan Goldburg M.D. nel 1997. E’ comparabile al gioco d’azzardo patologico,come diagnosticato al DSM-IV. Secondo Kimberly Young che ha fondato il Center for Online Addiction statunitense,sono stati riconosciuti cinque tipi specifici di dipendenza online :
- dipendenza cibersessuale( o dal sesso virtuale) :
gli individui che ne soffrono sono dediti allo scaricamento,all’utilizzo e al commercio di materiale pornografico online, o sono coinvolti in chat-room per soli adulti.
- dipendenza ciber-relazionale ( o delle relazioni virtuali) :
gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni online
o possono intraprendere un adulterio virtuale. Gli amici online diventano più importanti per l’individuo a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici. Spesso questa situazione comporta instabilità coniugale o familiare.
- net gaming :
la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti,compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogame, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsive. In particolare gli individui utilizzeranno i casinò virtuali,giochi interattivi o scommesse su internet soltanto per perdere importi eccessivi di denaro,interrompendo altri doveri relativi all’impiego o rapporti significativi.
Possiamo individuare quattro categorie di elementi che contribuiscono all’insorgere di psicopatologie legate all’uso di internet:
1)nel 50% dei casi la IAD può essere indotta da alcuni tipi di disturbi psichici preesistenti. I fattori di rischio includono una storia di dipendenza multipla,condizioni psicopatologiche come depressione , disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d’azzardo patologico, o fattori situazionali come burn-out da lavoro, contrasto coniugale o abuso infantile.
2)Le condotte a rischio ( riduzione delle esperienze di vita e di relazioni reali…)
3)Eventi di vita sfavorevoli ( problemi lavorativi,familiari; “ internet come valvola di sfogo” )
4)Le potenzialità psicopatologiche proprie della rete ( anonimato e sentimenti di onnipotenza che possono generare in pedofila,sesso virtuale,creazione di false identità, gioco d’azzardo…).
Le fasi di sviluppo comuni a tutti gli utenti telematici sono due:
-fase di osservazione e ricerca :
in questa fase il soggetto scopre e utilizza giornali,informazioni online, casinò virtuali,siti pornografici,negozi virtuali.
RISCHI :
- gioco d’azzardo patologico online;
- sovraccarico cognitivo
- shopping compulsivo
- porno dipendenza
-fase relazionale-comunicativa:
in questa fase il soggetto scopre e utilizza chat,giochi di ruolo online.
RISCHI :
- incontri al buio pericolosi
- isolamento sociale e dipendenza
- dipendenza da sesso virtuale
- perdita dei contatti reali
- sentimenti di onnipotenza
Dott.ssa Alessandra Rosa
LO SHOPPING COMPULSIVO
Lo shopping compulsivo è un disturbo caratterizzato dall’impulso irrefrenabile e immediato dell’acquisto, da una tensione crescente alleviata solo comprando. Ogni stato emotivo negativo viene invertito nella spinta incontrollabile ad effettuare un acquisto nonostante la compromissione della sfera finanziaria,lavorativa,relazionale e psicologica.
Il Compulsive Buying può rappresentare una variazione del DOC. I soggetti che presentano questo disturbo,soprattutto donne di giovane età,se inizialmente comprano per il piacere che si ricava da un nuovo acquisto, in seguito riportano uno stato di tensione crescente,ed il desiderio di comprare diventa un impulso irrefrenabile. In seguito all’acquisto compulsivo di oggetti di ogni tipo che il più delle volte vengono messi da parte, regalati o buttati via, si riscontrano spesso sentimenti di colpa e vergogna.
L’identikit dei Compulsive Buyers ( SHOPPER) è rappresentato da donne che appartengono a una fascia sociale media: molte sono casalinghe,segretarie,con un’età media di 40 anni; anche se i sintomi rispetto agli acquisti,si avvertono in questi soggetti già nell’adolescenza. Secondo Lane Benson, una terapista-editore che ha pubblicato il seguente libro “ I SHOP , THEREFORE I AM” ( compro dunque sono) il problema è “l’accondiscendenza della società di fronte al compratore sfrenato”.
Secondo alcuni psichiatri, lo shopping compulsivo sarebbe causato da un cattivo funzionamento della serotonina,una sostanza prodotta dal cervello. I disturbi legati a questa alterazione chimica cerebrale determinano un marcato controllo dell’impulsività,per cui si è spinti a soddisfare immediatamente un bisogno irresistibile. Quindi l’acquisto sfrenato potrebbe indurre esperienze emotive simili a quelle di chi fa uso di droghe.
Dott.ssa Alessandra Rosa
Il Compulsive Buying può rappresentare una variazione del DOC. I soggetti che presentano questo disturbo,soprattutto donne di giovane età,se inizialmente comprano per il piacere che si ricava da un nuovo acquisto, in seguito riportano uno stato di tensione crescente,ed il desiderio di comprare diventa un impulso irrefrenabile. In seguito all’acquisto compulsivo di oggetti di ogni tipo che il più delle volte vengono messi da parte, regalati o buttati via, si riscontrano spesso sentimenti di colpa e vergogna.
L’identikit dei Compulsive Buyers ( SHOPPER) è rappresentato da donne che appartengono a una fascia sociale media: molte sono casalinghe,segretarie,con un’età media di 40 anni; anche se i sintomi rispetto agli acquisti,si avvertono in questi soggetti già nell’adolescenza. Secondo Lane Benson, una terapista-editore che ha pubblicato il seguente libro “ I SHOP , THEREFORE I AM” ( compro dunque sono) il problema è “l’accondiscendenza della società di fronte al compratore sfrenato”.
Secondo alcuni psichiatri, lo shopping compulsivo sarebbe causato da un cattivo funzionamento della serotonina,una sostanza prodotta dal cervello. I disturbi legati a questa alterazione chimica cerebrale determinano un marcato controllo dell’impulsività,per cui si è spinti a soddisfare immediatamente un bisogno irresistibile. Quindi l’acquisto sfrenato potrebbe indurre esperienze emotive simili a quelle di chi fa uso di droghe.
Dott.ssa Alessandra Rosa
LE CONSULENZE
La consulenza psicologica è un momento di incontro tra lo psicologo e il cliente in cui il secondo espone al primo le proprie richieste e difficoltà. La durata delle consulenze è di circa due-tre incontri proprio al fine di valutare in maniera più approfondita la “domanda” e la risposta più opportuna in base al problema. Molto spesso le persone che si rivolgono allo psicologo sono così ansiose a cariche di voglia di aprirsi (anche il contrario) che non riescono a esprimere in modo chiaro la propria richiesta, durante le consulenze il compito dello psicologo è di “decifrare”, insieme al cliente, il nucleo del quesito e, sempre insieme, si cerca la soluzione migliore (psicoterapia, farmaci, sostegno).
Dott. Collevecchio Angelo
Dott. Collevecchio Angelo
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venerdì 1 agosto 2008
TEST PSICOLOGICI
I test sono strumenti utilissimi nella pratica dello psicologo. Molto spesso vengono criticati in quanto sono considerati freddi e poco personali, ma ciò non è valido in quanto un buon professionista “fonde” i risultati del test con le proprie osservazioni cliniche ottenute dal colloquio. Molto spesso i test vengono utilizzati al fine di avere una valutazione completa e generale all’inizio delle psicoterapie. Come le radiografie in medicina, così i test possono essere una sorta di valutazione dello stato psichico dell’individuo. Un buon test prima di essere utilizzato nella pratica clinica è stato valutato e standardizzato.
Le prove psicologiche possono valutare sia l’assetto cognitivo che di personalità di un individuo.
Dott. Collevecchio Angelo
Le prove psicologiche possono valutare sia l’assetto cognitivo che di personalità di un individuo.
Dott. Collevecchio Angelo
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